Il Capo dicastero Educazione, Cultura e Sport scrive ai residenti di Casa San Carlo: "Anche se in questo periodo non avrete al vostro fianco parenti e amici, qui non sarete mai soli"
di Giuseppe Cotti agli anziani di Casa San Carlo*
Care e Cari residenti,
avrei voluto essere con voi oggi, per festeggiare insieme la Pasqua e il messaggio di rinascita che porta con sé. La situazione sanitaria, purtroppo, non me lo permette. Ecco perché ho pensato di trasmettervi un breve messaggio per iscritto, aggiungendo agli auguri anche alcune riflessioni spontanee.
Questo virus, che consideravamo molto lontano dalla nostra realtà, ha trasformato in poco tempo l’esistenza di ognuno di noi. Il risveglio è stato brusco, pesante, tragico – anche perché l’epidemia non ha risparmiato nessuno: colpisce negli affetti più cari, nell’attività economica, nelle abitudini quotidiane.
Nonostante la crisi, gli spiragli di luce sono comunque ben presenti e ci aiutano a guardare con fiducia al domani. Come ci insegna da sempre il messaggio pasquale, le tenebre non possono avere la meglio. Dobbiamo quindi cogliere l’occasione per sorridere alla vita e apprezzare ancora di più i piccoli gesti quotidiani, come la telefonata di un parente o la semplice buona azione di fare la spesa per un conoscente.
A questo proposito, non lasciate che le cattive notizie vi inducano al pessimismo: i motivi per essere fiduciosi nel futuro non mancano. La Svizzera, il Ticino, Locarno: una Nazione, un Cantone e una Città si sono in queste settimane scoperti uniti e solidali, come mai era accaduto negli ultimi decenni. Unione e Solidarietà sono il Sole di queste giornate.
C’è poi un’altra grande verità, che voi già conoscete bene e che stiamo riscoprendo tutti: la ricchezza della Svizzera, nel senso più profondo del termine, l’avete costruita voi – e anche noi giovani, in questi momenti di crisi, ne stiamo apprezzando l’immenso valore.
È grazie soprattutto alla vostra generazione se la Nazione sta resistendo alla tempesta – se abbiamo cure di qualità, servizi di qualità, persone disposte a dare tutte le proprie energie per dedicarsi alla cura dei malati e per stare vicine agli anziani. Se oggi la Svizzera è tutto questo, e in questa complessa situazione vediamo prospettive di rinascita, il merito è vostro. Oggi tutti ci stiamo rendendo conto dell’importanza di trasmettere ai nostri figli e nipoti questa eredità preziosissima. Questa consapevolezza è il regalo inaspettato di questo virus, che ci sta dando il tempo di riflettere, condividere, riconciliarci con noi stessi, con il nostro tempo e con la nostra terra.
Sarà una Pasqua più silenziosa del solito, ma non per questo meno sentita. Il mio pensiero va a voi, care e cari ospiti: se anche in questo periodo non avrete al vostro fianco parenti e amici, alla casa San Carlo non sarete mai soli. Spero quindi che riusciremo tutti a dimostrare la giusta gratitudine verso coloro che, con grande dedizione, si occupano della vostra cura e di allietare le vostre giornate.
Vi auguro una serena Pasqua e vi trasmetto un caloroso abbraccio. Ci rivedremo presto!
*Capo dicastero Educazione, Cultura e Sport