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Cronaca
07.06.2020 - 12:120

Italia prepotente? Tanti concordano, ma Censi: "Ha dimostrato più indipendenza dal totalitarismo europeo della Svizzera"

Romano: “L’agire italiano è nuovamente unilaterale, scoordinato e irrispettoso della situazione epidemiologica". Merlo: "La frontiera è sempre rimasta aperta, almeno adesso chi ha affetti in Italia li ha potuti rivedere"

BELLINZONA – L’Italia ha fatto pressioni alla Svizzera affinchè aprisse le frontiere, con la decisione unilaterale di aprire i propri confini al 3 giugno? Il Mattino lo ha chiesto a diversi esponenti politici.

Per Massimiliano Robbiani, “il Consiglio federale ha tenuto le braghe al loro posto solo per due settimane, per poi calarle prontamente”. È’apertura del 15 giugno è a suo avviso prematura, dopo che “il comportamento dell'Italia è stato a dir poco prepotente”.

“La legittima decisione dell’Italia non deve mettere alcuna pressione alle scelte delle altre nazioni in merito alla progressiva riapertura, che ritengo debba essere effettuata seguendo le valutazioni di carattere sanitario e in maniera coordinata con gli altri paesi”, sostiene il liberale Alex Farinelli.

Sul fronte PPD, Marco Romano dice che “l’agire italiano è nuovamente unilaterale, scoordinato e irrispettoso della situazione epidemiologica. Un’azione prettamente politica. La posizione del Consiglio federale è coerente e coraggiosa: prima del 15 giugno le regole non cambiano e non devono cambiare”.

“Con decine di migliaia di frontalieri chiamati a lavorare sul nostro territorio, la frontiera con l'Italia è praticamente sempre rimasta aperta, anche se in un'unica direzione... Almeno adesso chi ha i propri affetti oltre confine ha potuto finalmente rivederli”, rilancia Tamara Merlo di Più Donne, esortando consumatori e datori di lavoro a spendere in Ticino.

Sorprende per contro il deputato leghista Andrea Censi: “L'Italia ha preso una decisione unilaterale, senza nessun coordinamento con l'Unione Europea, ma per questo non posso certo biasimarla, anzi, dimostra forse più libertà ed indipendenza dal totalitarismo europeo di quanto non faccia il nostro governo federale”. La richiesta anche da parte sua ai ticinesi “è a mantenere quel comportamento virtuoso sviluppatosi durante il periodo Covid, ovvero continuiamo a fare i nostri acquisti ed a consumare locale, oggi più che mai la nostra economia ne ha bisogno”.

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