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Cronaca
11.04.2022 - 09:040

Dick Marty: "Preoccupa la crescente intolleranza verso chi ricerca la verità e la giustizia"

Nel fine settimana è stato reso noto come l'ex Consigliere di Stato e Consigliere agli Stati sia sotto protezione da sedici mesi per minacce di morte. "Il pericolo è il pensiero unico e la sottile e perversa repressione di ogni forma di dissenso"

BELLINZONA – Sedici mesi sotto scorta perché minacciato di morte da alcuni elementi radicalizzati dei servizi segreti serbi. La vicenda che interessa l’ex procuratore, consigliere di Stato e Consigliere agli Stati Dick Marty, raccontata nel fine settimana da RTS, ha scatenato clamore. Lui invia un messaggio tramite l’amico Franco Cavalli.

La sconvolgente vicenda di Dick Marty

A eliminare Marty vorrebbe essere, stando alle sue dichiarazioni, i servizi segreti serbi, che vogliono scaricare la colpa sui kosovari. Una vicenda degna di un film che purtroppo per lui è invece realtà, da ormai quasi un anno e mezzo. Mai una persona in Svizzera è rimasta così a lungo con un grado di protezione così alto. Addirittura gli era stato consigliato di sparire, cambiando identità. I poliziotti armati non circondano più la casa, però quando si sposta, indossa un giubbotto anti-proiettile e ha dovuto limitare i rapporti con chiunque entrasse in contatto con lui (leggi qui).

Sino ad ora, il Ministero pubblico non ha emesso alcuna rogatoria mentre il DFAE non ha intrapreso alcuna azione diplomatica con Belgrado.

Marty: "Grazie a tutti, questa storia va oltre la mia persona"

La storia ha suscitato molti commenti di solidarietà a Dick Marty, che per la prima volta ha raccontato il suo incubo.

A postare un messaggio su Facebook Franco Cavalli. “Dick Marty, che non è sui social, ha comunque preso conoscenza dei vostri messaggi e delle attestazioni di solidarietà. Ne è molto commosso e mi prega di ringraziarvi di tutto cuore”, si legge.

“Vuole tuttavia sottolineare che la vicenda va ben oltre la sua persona. Preoccupante è la crescente intolleranza e violenza contro tutte e tutti coloro che si impegnano per la ricerca della verità e della giustizia. Anche nei paesi che si considerano democrazie esemplari si invocano sempre più spesso motivi di presunti interessi nazionali e politici per far tacere le verità che disturbano e scoraggiare chi vuole intraprendere questo lavoro di verità. Il pericolo è il pensiero unico e la sottile e perversa repressione di ogni forma di dissenso”, termina Cavalli, in nome dell’amico.

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