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Cronaca
01.10.2022 - 16:220

Per l'economista della BancaMigros l'Italia ha ancora simpatie fasciste

Santos Brivio definisce Giorgia Meloni una postfascista e sostiene che l'UE sarà comunque costretta a sostenere il governo italiano, perchè la Penisola è troppo legata all'eurozona per essere lasciata al suo destino in caso di problemi

ROMA - Una analisi spietata, che parla di un voto fascista che rischia di mettere in difficoltà anche l'UE. Con un intervento sul blog di BancaMigros, il senior economist Santos Brivio, che si occupa dell'analisi degli sviluppi macro e ciclici e dei mercati finanziari, ha demolito Giorgia Meloni, tacciato l'Italia di avere ancora simpatie legate al fascio e analizzato perchè una vittoria di Fratelli d'Italia potrebbe essere un pericolo per l'Europa.

L'articolo è risalente a prima delle elezioni, ma è stato messo in evidenza dal sito del giornalista Nicola Porro. 

Brivio è partito sottolineando il grande andirivieni di governi in Italia, tanto che ormai anche l'UE pare essersi assuefatta a tutto ciò.

"Con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia (FdI), è molto probabile che alla guida del governo non sarà solo per la prima volta una donna, ma anche una personificazione del postfascismo. Il partito FdI affonda infatti le proprie radici nel Movimento Sociale Italiano, fondato nel 1992, che ha letteralmente fatto della sua bandiera la salvaguardia del patrimonio politico di Benito Mussolini", si legge. "Ad un esame più attento questa circostanza non sorprende, tenuto conto del rispetto di cui gode ancora il «Duce» dietro al braccio teso di alcuni gruppi della popolazione italiana. Irritante è invece la retorica antieuropea con cui Meloni e i suoi alleati della lega di Matteo Salvini e di Forza Italia di Silvio Berlusconi – sì, esiste ancora – sembrano riuscire a ottenere il favore dell’elettorato italiano".

Per l'economista non ci sono dubbi, la Meloni vuole solo "garantire i circa 20 miliardi di euro trimestrali che saranno stanziati all’Italia dai fondi UE Next Generation, che in realtà sarebbero vincolati a obblighi di ristrutturazione e riforma", senza fare nulla come controparte, anzi: secondo la probabile nuova premier i problemi italiani derivano sostanzialmente dalla moneta unica.

E Bruxelles? Per Brivio, è evidente che c'è preoccupazione, non solo lì bensì anche a Francoforte: "Perché a causa del suo ingente pubblico, pari a circa il 150% del PIL, la terza economia dell’Unione monetaria è ormai da tempo sotto stretta sorveglianza dei mercati finanziari. Se, in un’eventuale vittoria elettorale, Meloni e i suoi avversari dovessero mettersi, anche solo marginalmente, in rotta di collisione con l’UE e la BCE, il premio di rischio sui titoli di Stato italiani aumenterebbe e i costi di rifinanziamento e debito andrebbero a pesare ancora di più sul bilancio italiano". 

Usa però il condizionale, poichè ritiene l'Italia troppo legata all'eurozona e all'UE per essere abbandonata al "proprio destino. Circa il 30% dei quasi 2,8 bilioni di euro di debito italiano è ormai nei libri contabili della BCE. Un altro 20% è detenuto da investitori non italiani. In questo contesto, la BCE non potrebbe evitare di attivare il nuovo Transmission Protection Instrument (TPI), acquistando soprattutto obbligazioni italiane per tenere sotto controllo i credit spread".

Dunque all'UE non resterebbe che sostenere la Penisola, troppo importante per cadere, too big to fail, anche in caso di governo euroscettico. Con notevoli rischi: "tutto questo darebbe l’impressione che ribellarsi alle direttive di Bruxelles e Francoforte alla fine venga addirittura premiato. A comandare non è chi paga, bensì chi percepisce. È difficile negare che non piacerà in particolare all’elettorato dell’Europa settentrionale, e che si rafforzeranno ulteriormente le forze centrifughe all’interno dell’Unione".

Ma, Brivio conclude, in fondo il Governo potebbe durare poco, visto l'andazzo italiano dal 1946 ad oggi.

Un articolo che non è piaciuto al sito di Nicola Porro, che in merito alle millantate simpatie fasciste italiane parla di "giudizi generici e addirittura estesi a “gruppi della popolazione Italiana” che manifestano un vero e proprio pregiudizio sia verso i vincitori delle ultime elezioni sia verso il nostro Paese", da parte di una Svizzera che "si tiene orgogliosamente fuori dalla Ue, anche se, molto opportunisticamente, con gli accordi bilaterali, ne gode i benefici senza dover rispettare quelli che per molti Paesi membri sono spesso veri e propri oneri".

Il commento in merito all'UE non fa altro che  avere un tono bonario verso l'Italia, "facendoci passare ancora per sprovveduti e in balia della benevolenza e magnanimità europee (...). "La newsletter della Banca Migros ha dipinto un quadro allucinante (e allucinato) di un’Italia continuamente incapace di darsi un governo e, adesso che quasi ce l’ha, di centrodestra, sembra dire: si salvi chi può. Certi clamorosi luoghi comuni o ironie dovrebbero essere evitati, perché questi sì potrebbero allontanare investitori e capitali da un Paese (l’Italia), se viene dipinto dalla miopia di chi, pur maneggiando denaro nella ricca Svizzera, vorrebbe vederlo solo di un colore, il rosso", conclude il giornalista Gebbia. 

 

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