CRONACA
"Non c'era motivo di fermare il rave party"
Lo afferma il Consiglio di Stato del Grigioni, riferendosi alla serata a Roveredo a cui aveva preso parte la giovane poi lasciata in fin di vita fuori dall'ospedale San Giovanni di Bellinzona

BELLINZONA - Il rave party ai piedi della diga della Roggiasca a Roveredo era controllato dalla polizia e non c'erano stati motivi che potevano portare alla sua interruzione. Lo ha detto il Consiglio di Stato del Grigioni rispondendo a una interpellanza.

Una 19enne era stata lasciata in fin di vita fuori dall'ospedale di Bellinzona, dove poi era deceduta (leggi qui). Era poi stata individuata la sua presenza alla festa non autorizzata e nei giorni successivi si era scoperto che stava male da diverse ore ma che nessuno aveva voluto soccorrerla, chiamando l'ambulanza o accompagnandola al pronto soccorso, per paura di perdere la patente (leggi qui). Qualche settimana fa è arrivata la notizia che due o tre persone sarebbero indagate per omissione di soccorso (leggi qui). 

Il rave non era autorizzato e come ogni manifestazione che si svolge senza il consenso delle autorità era stato sorvegliato dalla Polizia cantonale, fa sapere il Governo del Grigioni. C'erano stati infatti diversi controlli, soprattutto per quanto riguarda la circolazione.

Nessuno però si era lamentato dei rumori e degli schiamazzi. La situazione appariva sotto controllo. Non c'era dunque alcun motivo di interromperlo da parte delle forze dell'ordine. La tragedia della giovane ha poi fatto sì che scattassero le indagini ma al momento della festa non c'era nulla che non andava.

 

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