CRONACA
Scade l'accordo di telelavoro per i frontalieri, "tornano in ufficio tra i 15 e i 20mila lavoratori. Ma l'Italia si sbrighi"
Il senatore del PD Alessandro Alfieri: "Non ci sono margini per affrontare con la Svizzera una nuova intesa"
TIPRESS

CHIASSO – "C’è bisogno di accelerare, cosa che il Governo non sta facendo. D’accordo le coperture retroattive su un tema sensibile come quello del telelavoro dei frontalieri, ma il dato oggettivo è che la Svizzera non procederà ad alcun accordo finché sulla Gazzetta Ufficiale non verrà pubblicata la nuova intesa fiscale, che include anche il tema del depennamento della Svizzera dalla black list del ’99". Il senatore del PD Alessandro Alfieri parla a La Provincia di Como della fine dell'accordo sul telelavoro per i frontalieri, che dal prossimo 3 luglio torneranno in presenza. 

"Senza il nuovo accordo fiscale in Gazzetta Ufficiale, non ci sono margini per affrontare con la Svizzera una nuova intesa sul telelavoro dei frontalieri - prosegue  Alfieri. Non si capisce il perché di questa lentezza da parte del Governo. Le parole lasciano il tempo che trovano. Ora servono i fatti".

Il responsabile dell'Ufficio Frontalieri del sindacato OCST Andrea Puglia a La Provincia di Como: "Il 30 giugno scade la norma transitoria che il Governo italiano ha concesso ai frontalieri. Dal primo luglio, quindi, tra 15 e 20mila frontalieri in Ticino dovranno rientrare in ufficio, dopo che si erano abituati a lavorare da casa due giorni alla settimana". 

 

 

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