CRONACA
Dal nipote al poliziotto, le evoluzioni delle chiamate shock. Nell'ultimo anno i casi sono triplicati
Le truffe telefoniche che prendono di mira soprattutto anziani hanno arrecato un danno economico di 8 milioni. Con una campagna nazionale Prevenzione Svizzera della Criminalità e Polizia spiegano come agire

BERNA - Le truffe telefoniche, e in particolare le “chiamate shock”, sono in aumento in tutta la Svizzera. Solo quest'anno sono già state registrate più di 2.800 chiamate shock o truffe telefoniche “del falso nipote”, che hanno arrecato un danno economico pari a circa 8 milioni di franchi. Si tratta di un numero di casi tre volte superiore a quello dell'anno scorso. Oltre alle perdite finanziarie, le truffe telefoniche causano grande sofferenza personale a chi le subisce.

Ecco allora che la Prevenzione Svizzera della Criminalità e i Corpi di polizia cantonali e comunali lanciano una campagna nazionale di prevenzione contro le truffe telefoniche.  La campagna, sostenuta dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e da Pro Senectute, durerà fino a metà novembre.

Tutto ha avuto inizio con la "truffa del falso nipote". I truffatori telefonano specificatamente a persone anziane facendo credere loro di essere un parente che si trova in una situazione di emergenza. Sperano così di convincere le loro vittime, pronte ad aiutare, a consegnare denaro a presunte persone di fiducia. Oggi esistono numerose varianti di questa truffa: a volte l'interlocutore si presenta come un "primario" che afferma di dover operare il figlio infortunato della vittima, ma che per procedere ha però bisogno di essere pagato anticipatamente. Un'altra volta si presenta come un "avvocato" che vuole far uscire dal carcere preventivo la figlia della vittima arrestata per aver investito un bambino o una donna incinta, ma che per farlo occorre versare prima una somma di denaro. Altre volte, invece, si presenta persino un "agente di polizia" che mette in guardia dalla presenza di ladri nelle vicinanze dell'abitazione della vittima e che quindi vuole passare personalmente a casa sua per "mettere al sicuro denaro e oggetti di valore".

La formula insomma è sempre la stessa: notizia scioccante, richiesta di denaro = truffa. Lo schema si ripete. Una presunta figura autoritaria comunica una notizia scioccante (ma falsa) che provoca nella vittima uno stato di stress. I truffatori sanno perfettamente che è più difficile agire razionalmente quando si è in preda all'emozione; sfruttano quindi la disponibilità della vittima ad aiutare con del denaro.

Dopo lo shock telefonico, di regola segue pure lo shock di essere stati raggirati e quindi truffati. Dopo un'esperienza del genere, molte vittime si vergognano, non osano parlarne e quindi spesso non sporgono denuncia.

Niente panico, riappendete subito!

Con questa campagna nazionale, la Prevenzione Svizzera della Criminalità e la Polizia intendono sensibilizzare la popolazione su come agire quando si riceve una chiamata scioccante e come superare questo momento di disorientamento.

Oltre a uno spot televisivo che mette in scena una chiamata shock, saranno affissi anche manifesti, distribuiti volantini e informazioni sui social media. In omaggio, anche un espositore da tavolo da collocare accanto al telefono; quest’ultimo funge da promemoria per ricordare che esiste un modo semplice per sfuggire all'incubo di una chiamata shock: riappendere subito.

Sul retro dell'espositore ci sono ulteriori raccomandazioni su come agire nel caso si riceva una tale chiamata. Pro Senectute sostiene questa iniziativa con una campagna di affissione. I manifesti, i volantini e gli espositori da tavolo possono essere richiesti alla Polizia.

Come agire se si riceve una chiamata shock

1. Non fatevi mettere sotto pressione!

2. Interrompete subito la chiamata!

3. Contattate la persona indicata come vittima e chiedetele se va tutto bene.

4. Non consegnate mai contanti o altri oggetti di valore a una persona che non conoscete!

5. Segnalate la truffa in polizia!

 

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