Il presidente del Consiglio della Magistratura Damiano Stefani: "Non gioisco...". Il legale degli ex giudici Marco Broggini: "Deluso e amareggiato"
LUGANO – Con due sentenze datate 29 agosto e arrivate ieri alle parti, il Tribunale federale ha confermato in via definitiva la destituzione dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda-Chiocchetti, sancita lo scorso marzo dalla Commissione di ricorso sulla magistratura. La decisione è stata presa all’unanimità dalla Prima Corte di diritto pubblico.
Al centro del verdetto c’è soprattutto la denuncia per pornografia presentata dai due magistrati contro il collega Ermani. Secondo Mon Repos, i ricorrenti “senza confrontarsi con i numerosi argomenti posti a fondamento della decisione impugnata (…) si limitano ad addurre, in maniera appellatoria, che il loro inoltro non costituirebbe una grave infrazione disciplinare”. Il Tribunale federale sottolinea invece che l’inoltro intempestivo e infondato della denuncia “ha gravemente leso la dignità e l’integrità della magistratura” e che la destituzione è “l’unica misura per ristabilire la fiducia, preservarne la reputazione e l’affidabilità ed evitare in futuro simili comportamenti”.
I giudici federali hanno inoltre osservato che sarebbe stato preferibile un trattamento simultaneo anche del caso Ermani “per evitare speculazioni su una presunta giustizia a due pesi e due misure”. Tuttavia, hanno chiarito che “oggetto del presente litigio è soltanto il comportamento dei ricorrenti e non l’agire del presidente”.
Sul fronte delle reazioni, Damiano Stefani, presidente del Consiglio della magistratura, pur non nascondendo l’amarezza, invita a guardare avanti: «Umanamente non gioisco: parliamo di una vicenda che ha colpito tutto il potere giudiziario. Ora possiamo guardare avanti e consolidare la ricostruzione del Tribunale penale cantonale. Mi auguro che il concorso per sostituire i due magistrati destituiti esca al più presto».
Di tono opposto l’avvocato Marco Broggini, legale di Quadri e Verda-Chiocchetti, che ha espresso forte delusione: «Sono profondamente deluso e amareggiato. Che una corte costituzionale protegga simili procedure sfociate in misure tanto gravi mi lascia molto perplesso».