ECONOMIA
"I giovani saranno casi sociali a vita? Ora lo sono perchè sottopagati o disoccupati, in futuro..."
Una lettrice al Corriere del Ticino: "Chi studia Oltre Gottardo rimane lì, dove trova posti di lavoro adeguatamente retribuiti. Una volta si emigrava perchè non c'era lavoro, oggi lo si fa ma apparentemente il lavoro ci sarebbe"

BELLINZONA – Le indagini parlano di un mercato del lavoro in crescita. Ciò non deve far dimenticare le difficoltà per determinate categorie di persone. La lettera di una lettrice al Corriere del Ticino mette in evidenza soprattutto quelle legate ai giovani, con una testimonianza che è certamente uno spaccato di realtà.

“Tra i conoscenti di mio figlio, ventenne, ci sono ragazzi che hanno concluso il tirocinio. Come se la passano? Chi è in disoccupazione, chi ha perso il posto sostituito da un frontaliere, chi lavora a singhiozzo o su chiamata, chi ha deciso di tornare a scuola perché non trova lavoro. Ad alcuni sono stati proposti impieghi a tempo pieno con salari mensili praticamente dimezzati, attorno ai 2.000 franchi lordi”, racconta.

“Come ogni residente sa, è una cifra che non permette di condurre una vita autonoma. Sono ragazzi destinati a convivere con i genitori chissà fino a quando. In futuro non avranno le risorse per sposarsi e creare una famiglia. Ora non possono contare su un impiego fisso, nell’avvenire avranno curriculum lacunosi, segnati, nel migliore dei casi, da occupazioni a intermittenza. Saranno casi sociali a vita? Oggi lo sono perché sottopagati o disoccupati, domani perché la rendita di vecchiaia e il secondo pilastro non basteranno. E pensare che Manuele Bertoli, a capo del Dipartimento dell’educazione, consiglia espressamente ai genitori di non mandare i figli al liceo, ma di indirizzarli verso un tirocinio!”, constata.

E chi studia, in particolare Oltre Gottardo come è messo? “La maggior parte di loro resta a nord delle Alpi, dove è possibile trovare posti di lavoro adeguatamente retribuiti. Come ovviare alla carenza di posti di lavoro? Alcuni politici suggeriscono ai giovani di andare a lavorare oltre San Gottardo. Ma come? Farsi da parte per lasciare più spazio ai frontalieri?”.

Chiede ai politici di intervenire, per poi concludere con amarezza: “Nei secoli scorsi i ticinesi erano costretti a emigrare per costruirsi una vita, oggi i residenti si trasferiscono nella Svizzera tedesca in cerca di un lavoro con uno stipendio dignitoso. La differenza è che ai tempi il lavoro non c’era, mentre oggi apparentemente c’è, così indicherebbero le statistiche”.

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