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28.12.2016 - 17:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Sergi contro tutti, dal Governo ai "primanostrani" sino al PS. «Siamo abituati a essere imbrogliati»

Il coordinatore dell'MPS attacca: «i fautori del controprogetto a "Basta col dumping salariale in Ticino" ci hanno mentito sin dall'inizio. È inutile che i socialisti piangano sul latte versato»

BELLINZONA - Il controprogetto all'iniziativa "Basta col dumping salariale in Ticino" è stata una bugia propinata, sin dall'inizio, ai votanti, per la cui approvazione è stato decisivo il voto socialista: per cui, in casa PS è troppo tardi per piangere. Giuseppe Sergi, coordinatore del Movimento per il Socialismo, ha lanciato questa mattina attraverso un'opinione pubblicata dal Corriere del Ticino, un'invettiva contro gli sviluppi del controprogetto passato alle urne. Prima di tutto, il testo originario prevedeva di potenziare l'ispettorato del lavoro con 18 nuovi ispettori, con 2,5 milioni annui iscritti a Preventivo. Invece, la proposta della commissione tripartita è di iniziare con 9 nuovi ispettori, ovvero la metà, e all'MPS non appare credibile l'idea che sia un primo passo, perché «tutta la campagna dei fautori del controprogetto era incentrata sul fatto che esso avrebbe permesso (contrariamente, si diceva, all’iniziativa) un intervento rapido...». «Christian Vitta e i maggiori partiti che hanno sostenuto il controprogetto non si scompongono: fanno finta di niente e hanno iscritto nel Preventivo i 2,5 milioni previsti dal controprogetto; cercano in questo modo di salvare la faccia, di nascondere di avere deliberatamente mentito ai ticinesi in vista del voto di settembre: è ormai infatti evidente che, e a malapena, si spenderà la metà dei soldi messi a preventivo», prosegue Sergi. E nemmeno i promotori di "Prima i nostri" dicono nulla. Secondo Sergi, senza l'applicazione contemporanea di "Basta col dumping salariale in Ticino", sarà impossibile capire se realmente esiste un effetto sostituzione di lavoratori residenti con frontalieri. «Ma costoro non si interessano di queste quisquiglie; a loro in realtà non interessa difendere alcun salariato, sia esso svizzero o immigrato; da sempre loro guardano agli interessi padronali (e come potrebbe essere diverso, visto che a guidarli è un padrone di razza, ed esportatore, come Blocher?)», continua l'attacco. Che poi prende di mira il PS, dato che «i dati relativi al voto del 25 settembre mostrano assai bene che è stato proprio una piccola percentuale di votanti il doppio sì a far la differenza e permettere che il controprogetto sopravanzasse l’iniziativa: ed il PS si era appunto schierato per il doppio sì. Serve a poco oggi piangere sul latte versato, magari servirebbe una seria autocritica politica. I comunicati di protesta lasciano il tempo che trovano e non diminuiscono le pesanti responsabilità». «Insomma, tra chi sta zitto e chi versa lacrime di coccodrillo, il governo è riuscito nel suo intento: promettere un potenziamento dell’ispezione del mercato del lavoro per sconfiggere l’iniziativa, per poi, una volta ottenuto questo obiettivo, rimangiarsi in gran parte le promesse fatte. Nulla di nuovo, ci siamo abituati», termina amaramente il pezzo.
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