Le richieste sono la conclusione di un lungo testo che è un’analisi spietata del mercato del lavoro e di che cosa non va in esso. Non solo i tassi di disoccupazione ILO e di sottoccupati, oltre che delle persone in assistenza: i salari, per esempio. “Il Ticino è il cantone con il maggior numero di CNL, più di tutti gli altri cantoni messi assieme, eppure questi non hanno evitato che i salari scendessero in numerosi settori”, scrive Pronzini, sottolineando l’impegno del Governo in questo senso. “Non si capisce neppure perché la maggior parte di questi CNL prevedono salari minimi inferiori a quelli che lo stesso Consiglio doi Stato definisce come salari dignitosi e cioè 4’000 franchi per 12 mensilità. Addirittura ora si parla di un salario minimo di 2’872 franchi mensili basato sull'assistenza sociale per l’applicazione dell’iniziativa “Salviamo il lavoro” che avrebbe come conseguenza un ulteriore abbassamento del livello salariale, in un cantone dove già il tasso di rischio di povertà è doppio rispetto alla media nazionale”.