Una questione che non va giù a Filippini e cofirmatari. “Il Consiglio di Stato minimizza sulla condanna penale (!) per la diffusione di dati sensibili a terzi, lasciando intendere che globalmente il comportamento all’interno dell’amministrazione da parte dell’interessata fosse sempre stato ottimale e che quindi il trasferimento fosse cosa buona e giusta”, proseguono. A loro avviso, non basta: “riteniamo importante, sia verso i funzionari che svolgono coscienziosamente i propri compiti, ma sia altresì verso la popolazione, che qualora un funzionario sia condannato penalmente in via definitiva, esso vada licenziato. Nel settore privato, a differenza del pubblico, si può tranquillamente affermare che il datore di lavoro, in caso di trafugazione di dati sensibili verso terzi, riterrebbe il rapporto di fiducia venire meno, tanto da interrompere il vincolo lavorativo”, proseguono.