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26.11.2018 - 17:130

Borradori, "campagna di cattivo gusto. Plein non ha bisogno di queste cose per vendere"

Il sindaco di Lugano: "lo direi anche a lui, il fatto che sia un contribuente non mi mette la museruola. I manifesti a Lugano non ci sono, personalmente sarei stato favorevole a farli rimuovere"

LUGANO – Cosa pensa Marco Borradori della campagna che tanto sta facendo discutere di Phlipp Plein? Il Municipio ha intenzione di fare qualcosa?

Abbiamo contattato il sindaco che, non avendone parlato coi colleghi di Esecutivo, ci ha dato la sua opinione personale.

“In sé la campagna a me non piace. La trovo di cattivo gusto, diventa provocatoria perché uscita proprio nel giorno dedicato alla lotta alla violenza sulle donne, un’immagine di una modella perlomeno ferita e probabilmente anche morta mi sembra un messaggio pessimo. Non mi è piaciuta per nulla, ripeto. Penso anche che chi fa moda è un po’ come un artista, non deve per forza fare cose belle ma che tendano al bello, che creino concordia, che facciano sentir bene, anche se sono magari eccentriche, a maggior ragione dico che questa campagna va nella direzione opposta, di bello non ha proprio nulla, anzi, col sangue e la morte”.

Cosa direbbe a Plein?
“Che è bravo, che ha saputo farsi conoscere da un pubblico vasto di giovani con uno stile aggressivo e moderno e non ha certo bisogno di cose brutte per venderle. Ci sono altri modi per far passare dei messaggi positivi, o anche aggressivi dato che la sua linea ha toni aggressivi, che non vadano a toccare temi che non c’è nessuna necessità di usare. Non credo che a lui interessi molto (ride, ndr), ma gli direi esattamente questo”.

In molti chiedono di rimuovere i cartelloni, ne discuterete in Municipio?
“Vado un passo oltre: mi sono incontrato con la SGA, la Società Generale di Affissioni, e sul territorio di Lugano non ci sono manifesti. Sono solo sul web e lì è solo Plein che deve decidere se togliere o meno. Se non ho colto male ha detto che venivano esposti solo nei suoi negozi monomarca, noi a Lugano non ne abbiamo. C’è un negozio che vende la sua merce, dovremo verificare”.

Mettiamola così: se ci fossero stati, lo avreste preso in considerazione?
“Io sarei stato possibilista. Avremmo dovuto chiaramente discuterne in Municipio e fare una veloce verifica giuridica”.

Ogni volta che Plein fa qualcosa, pensiamo anche al sushi, fa discutere. È ancora il tipo di imprenditore che volete a Lugano?
“A Lugano sono benvenuti tutti coloro che vogliono vivere, lavorare ed anche pagare le imposte. Non posso dire se lui è un buon contribuente o no, accogliamo volentieri ogni contribuente, ancor meglio se buono, ma questo non mi mette la museruola sul fatto di difendere l’imprenditore in questione per difenderlo e capirlo come avevo fatto mesi fa con Plein o sul fatto di dire ciò che penso come ora. Ognuno si prende le sue responsabilità. Come avevo affermato in passato, la Città è contenta di avere uno stilista che si è fatto strada in un mondo difficile, qualora considerassi le sue mosse, come in questo caso, negative, non è perché vive a Lugano non glielo dico. Chiedergli di andarsene? Non sarebbe giusto, personalmente non vedo gli estremi. Ci mancherebbe, ci sono tanti cittadini che possono commettere sbagli o fare campagne di cattivo gusto, ma è loro diritto rimanere”.

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