POLITICA
L’appello di Rocco Cattaneo sul voto del 10 febbraio: “Un’iniziativa dirigista che va contro il buon senso e danneggia tutti”
Il consigliere nazionale sull’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti: “Un’imposizione dall’alto che limita la sovranità cantonale e l’autonomia comunale in materia di pianificazione del territorio”

di Rocco Cattaneo *

 

Il 10 febbraio ci esprimeremo sull’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti. Promossa dai giovani Verdi, il testo propone delle misure drastiche e difficilmente realizzabili per fermare quella che secondo loro è un’inarrestabile cementificazione del nostro territorio. L’iniziativa va respinta con convinzione per almeno tre motivi.

 

In primo luogo, è radicale e dirigista. Il testo in votazione propone di congelare tutte le zone edificabili alla situazione attuale e a tempo indeterminato. Nuove zone edificabili sarebbero ammesse soltanto a condizione che un’altra superficie edificabile delle stesse dimensioni e dello stesso valore agricolo venga ridata all’agricoltura.

 

Questa non è altro che un’imposizione dall’alto che limita la sovranità cantonale e l’autonomia comunale in materia di pianificazione del territorio. Inoltre indebolisce ulteriormente la garanzia della proprietà, sancita nell’articolo 26 della Costituzione.

 

In secondo luogo, l’iniziativa è inutile. Non si può negare che negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un importante e anche incontrollato sviluppo urbano. Tuttavia, validi strumenti per una pianificazione del territorio più sostenibile sono stati sviluppati. Il principale è la prima revisione della Legge federale sulla pianificazione del territorio, approvata dal popolo nel 2013.

 

Tra le misure sancite troviamo un migliore sfruttamento delle zone edificabili già esistenti, la riduzione di zone sovradimensionate e l’obbligo di definire le superfici edificabili secondo un fabbisogno prevedibile per 15 anni. I Cantoni hanno in questo senso già rivisto i propri piani direttori. Anche il Ticino si è attivato, e aspetta ora l’approvazione delle modifiche da Berna.

 

Alcuni Cantoni hanno addirittura già diminuito le proprie superfici edificabili. Dunque non serve un’ulteriore regolamentazione, che oltretutto creerebbe ancora più burocrazia e insicurezza.

 

In terzo luogo, questa iniziativa danneggia il ceto medio, il turismo, le zone periferiche e l’agricoltura. Le industrie faticherebbero a trovare nuovi insediamenti, con potenziali ripercussioni sui posti di lavoro. Ci sarebbe inoltre un rincaro dei prezzi dei terreni e di riflesso degli immobili e degli affitti. Senza dimenticare i danni agli agricoltori, che non potrebbero più costruire serre, stalle di allevamento ed edifici per l’agriturismo sui terreni agricoli. L’iniziativa prevede infatti in questo ambito delle forti limitazioni.

 

La Svizzera è un paese ricco di boschi, zone agricole, fiumi, laghi e montagne. Le statistiche ufficiali indicano che solo il 7.5% del nostro territorio è occupato da abitazioni e infrastrutture.

 

I promotori dell’Iniziativa vogliono invece farci credere con tecniche demagogiche che la situazione sia ben più catastrofica della realtà. Non lasciamoci ingannare: votiamo NO il 10 febbraio a un’iniziativa dirigista, che va contro la sovranità  cantonale, la garanzia della proprietà, il buon senso e che mette in serio pericolo il futuro sviluppo socioeconomico del nostro Paese.

 

* consigliere nazionale PLR

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