POLITICA
Gargantini e la 'solidarietà' di Pinault. "Verso i dipendenti che non potevano andare in bagno, e verso il fisco di metà Paesi Europei. Ha sottratto ben più dei 100 milioni dati a Notre Dame"
Il PS bellinzonese attacca le donazioni per la cattedrale, ricordando drammi come quelli di Sudan, Yemen, Siria, Palestina, mentre il sindacalista prende di mira "il multimiliardario proprietario del Gruppo Kering"

PARIGI – La Chiesa di Notre Dame resterà chiusa al pubblico per 5-6 anni. Macron ha promesso di ricostruirla in quel lasso di tempo, a suo dire ancor più bella. I francesi sono uniti col pensiero a uno dei loro simboli, e le donazioni fioccano.

In Ticino, c’è chi non gradisce. A partire dal PS per arrivare a Giangiorgio Gargantini di UNIA.

I socialisti bellinzonesi recriminano: “A Parigi, per Notre Dame, hanno raccolto quasi 1 miliardo di euro in un giorno. Lo scorso 28 marzo, in tutta la Svizzera, la Catena della solidarietà ha raccolto per lo Yemen in guerra circa 3 milioni di franchi. Notre Dame è bruciata. Una cosa triste. Senza volere sminuire questo disastro, non possiamo fare a meno di ricordare dei paesi dove a bruciare sono le persone: Sudan, Yemen, Siria, Palestina e tanti altri luoghi nel mondo che sono divorati dal rogo della guerra, spesso alimentata da paesi occidentali. Pensiamoci”.

Il sindacalista invece si concentra di più su chi sta donando, non prima di essersi lasciato andare a un ricordo personale. “Due righe sull’incendio della cattedrale di Notre Dame, per cominciare la giornata, tanto per non sfuggire al topic della settimana. Come tanti, ci sono stato, e la maestosità del luogo non poteva lasciare indifferenti, quale che fosse la nostra eventuale spiritualità o religiosità. Logica conseguenza, l’incendio non lascia indifferente nemmeno me, che tra l’altro sono figlio di pompiere, quindi sensibile anche da questo lato a determinati eventi”.

Ma… “Ciò che mi turba è la corsa alla raccolta fondi, lanciata sulle braci ancora fumanti, come se si volesse sgomitare per essere i primi nella corsa alla “solidarietà”. E a questo gioco, the winner is … François Pinault, che è stato il primo a guadagnarsi i titoli dei giornali annunciando un versamento di 100 milioni di Euro per il restauro della cattedrale. Bontà sua, si potrebbe pensare”. 

“No, bontà nostra, perché quei 100 milioni il signor Pinault se li è guadagnati sulle nostre spalle. Sfruttando ad esempio in modo indecente il lavoro di troppi dipendenti sottoposti a condizioni di lavoro indegne. Sfruttando altresì le debolezze dei nostri impianti giuridici, sottraendo ricette fiscali alle autorità di mezza Europa per approfittare della gentile disponibilità dell’autorità fiscale ticinese”, prosegue. 

“Perché François Pinautl non è altro che il multimiliardario proprietario del Gruppo Kering, di cui i più attenti ricorderanno la “solidarietà” (eccallà … di nuovo le virgolette …) verso i dirigenti del gruppo (a cui aveva messo a disposizione appartamenti vuoti in Ticino), verso i dipendenti (che avevano il divieto di andare al cesso durante il lavoro, ma il diritto di lavorare senza guanti a temperature inaccettabili!) e verso il fisco della metà dei paesi europei. Tra cui la Francia, ovviamente. Alla quale il gruppo Kering ha sottratto probabilmente ben più dei 100 milioni gentilmente offerti per ricostruire la cattedrale. Ma i soldi delle imposte non permettono di ricevere omaggi nazionali quanto la “solidarietà” (…) verso il patrimonio architettonico (o culturale, o religioso, che dir si voglia). Merci, M’sieur Pinault. Ma la prossima volta, semplicemente, paghi salari degni, e le tasse dove deve, e faccia beneficienza con quello che le resta (che sarà per altro sicuramente sufficiente). B'jour, à bientôt”, conclude.

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