POLITICA
Martignoni: "Votazioni e mercato a tutto virus"
Il candidato parla della campagna elettorale ai tempi del Coronavirus. "Sabato mattina il mercato di Bellinzona si è tenuto regolarmente. Come se questa parentesi settimanale fosse un’isola di immunità"

di Brenno Martignoni*

Questa è una campagna elettorale inedita. Bandite le strette di mano. Eliminate tutte le forme di contatto ravvicinato. 

Nel nostro microcosmo, il virus sta stendendo un potente silenziatore sull’imminente rinnovo dei poteri comunali. Tanto dal far arretrare l’asse dei contenuti rispetto a un solo e unico tema di salute pubblica. 

Ci mancherebbe. Non potrebbe essere altrimenti, vista la sensibilità e l’eccezionalità del momento. Un’epidemia di scala planetaria che sta mettendo a dura prova comunità intere. Conseguenze di difficilissima previsione. Anche solo temporali, sulle abitudini di vita. Ripercussioni di natura sociale e economica. Di più: una sfida a cui non possiamo assolutamente sottrarci. Ormai abbiamo capito che non sono più ammesse mezze misure. Niente tentennamenti. 

La parola d’ordine è subito agire per diluire la diffusione, spezzando la catena del contagio. Evitare così i picchi di pazienti e di ricoveri per contenere gli effetti più nefasti. Ecco quindi l’adozione di tutte quelle misure d’isolamento e di limitazione degli assembramenti di persone in luoghi chiusi. In pratica, ciò che sta avvenendo, con l’acuirsi del numero dei colpiti. 

In sè una situazione coerente e lineare su tutti i fronti. 

O quasi.

Sì, perché lo scorso sabato mattina il mercato di Bellinzona si è tenuto regolarmente. Come se questa parentesi settimanale fosse un’isola di immunità. Così non è perché comunque gli avventori, meno del solito, si affrettavano in fugaci commissioni. Come inseguiti da latenti inquietudini. 

Mi sembra anacronistico e finanche sorprendente non averne decretato l’annullamento. Tanto più che realtà con presenze numeriche ben minori hanno dovuto giustamente soccombere a decisioni dell’autorità. Ritengo che chi governa la città dovrebbe ora marcare definita fermezza. 

Una chiara scelta di campo da rendere subito operativa. Assieme alla congrua sospensione generalizzata degli eventi.

Con un po’ più di cura nell’informare. Marcando una presenza amica. Da mano tesa (in senso metaforico, ovviamente). Rassicurando con la dovuta attenzione la popolazione. Al pari di Confederazione e Cantone. Senza temperare la verità. Il cironavirus è qui. Tra noi. Parliamoci chiaro. Non è più possibile tracciare le mappe del contagio. Che lo si dica. Pane al pane e vino al vino. Che si vada fino in fondo. Per non dare, neppure lontanamente, l’impressione di volere continuare a suonare sul ponte della nave, incuranti del temibile tsunami. Ci siamo dentro.

*candidato al Municipio di Bellinzona, UDC

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