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10.02.2023 - 13:320

La verità di Bertoli su Unitas: "Mi preoccupa la richiesta di cambiare tutto il comitato"

Il Consigliere di Stato ha voluto spiegare in conferenza stampa che le molestie, che pure hanno avuto luogo per 25 anni, non erano mai state segnalate e nessuno ne era a conoscenza

BELLINZONA - Nessuno sapeva che cosa stava accadendo all'interno di Unitas, per quello non si è mai indagato e non si sono di conseguenza mai presi provvedimenti. Manuele Bertoli, dopo le polemiche che lo hanno riguardato in quanto membro del comitato prima e presidente poi dell'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. 

Una risposta pubblica del Governo a diversi atti parlamentari ha messo in luce molestie sessuali e mobbing per 25 anni, sempre dalla stessa persona, che dal 2019 non fa più parte dell'associazione. Perchè non si è detto niente prima? In conferenza stampa, il Consigliere di Stato, che ha parlato a titolo personale, è stato chiaro: "Le segnalazioni di molestie sono state 5 da marzo 2018 a marzo 2020. E finché la gente non parla è difficile agire. Le molestie che si sono perpetrate per 25 anni non sono mai state segnalate prima”.

In merito alla dipendente che si è tolta la vita, lasciando una toccante lettera, il Ministto ha spiegato di aver avuto a che fare con lei, ma che non si è mai parlato di mobbing e molestie bensì del suo tempo di lavoro.

E ora? Il Consiglio di Stato tra i provvedimenti ha indicato un ricambio del comitato. Una richiesta che non trova d'accordo il socialista: "Mi preoccupa che la decisione del Governo, a cui io non ho partecipato, sia presa troppo rapidamente. Cercare tra i ticinesi è un conto. Cercare tra i ciechi è un altro”, ha detto. 

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