Il presidente del Gran Consiglio si appella ai colleghi: "Il quorum resta: se non dovessimo essere almeno quarantasei, si torna a casa"
BELLINZONA - Il ministro Claudio Zali non parteciperà alla seduta straordinaria del Gran Consiglio in agenda il 25 agosto al Palazzo dei Congressi di Lugano. Seduta convocata – come si legge sul sito del Parlamento – “in ottemperanza alla richiesta di 37 deputati ai sensi dell'art. 113 cpv. 1 LGC” e il cui tema principale “sarà il dibattito sulle decisioni adottate dal Consiglio di Stato durante la seduta extra muros del 9 luglio 2025, relative alla temporanea riallocazione delle responsabilità politiche nei settori della Magistratura, della Polizia cantonale e della Divisione delle costruzioni”.
Per farla breve, si parlerà di arrocco, di arrocchino, o di accrocchio, e di tutti gli addentellati politici del caso.
La decisione di Zali, comunicata ieri all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, non è piaciuta al presidente del Parlamento, Fabio Schnellmann, che pur non parlando di “sgarro istituzionale” giudica l’assenza «poco opportuna».
«La seduta - spiega a LaRegione - è stata organizzata perché trentasette deputati su novanta, appartenenti a diverse aree politiche, lo hanno chiesto. La speranza è sempre stata, e lo è ancora, che tutti i cinque consiglieri di Stato siano presenti».
Zali, ricorda il presidente, «avrà fatto le sue valutazioni e avrà delle motivazioni per la sua assenza e di questo non possiamo che prendere atto». Ma resta il rammarico: «Più che uno sgarro, è poco opportuno che Zali non ci sia. Gobbi potrebbe parlare in delega, speriamo quindi sia sufficientemente informato da parte del collega così da poter fare chiarezza sulle domande poste dai deputati».
La seduta straordinaria servirà non solo a chiarire le ragioni dello scambio di dossier tra i due ministri, ma anche ad affrontare i temi sollevati dalle cinque interpellanze presentate a inizio luglio.
Schnellmann mette in guardia pure sul fronte delle presenze parlamentari: «Trattandosi di una seduta extra, alcuni granconsiglieri potrebbero avere impegni inderogabili. Anche se non prenderemo nessuna decisione, il quorum resta: se all’inizio della seduta non dovessimo essere almeno quarantasei, si torna a casa. Confido comunque che nel corso del pomeriggio saremo sempre tra i sessantacinque e i settanta deputati».