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12.03.2017 - 10:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Lucchini e il futuro delle Officine. "Dobbiamo essere noi a dare linfa al Centro di Competenze, troppo fossilizzato. Non aspettiamo Berna!"

Il candidato comunista esorta la regione, la nuova Città, il Cantone ma non solo, a essere "il motore dell’innovazione per dare slancio alle Officine sull’attuale sedime e non altrove"

BELLINZONA - Il candidato al Municipio di Bellinzona Alessandro Lucchini, comunista in corsa per la lista di Sinistra, mette le Officine al centro dei temi. E chiede che sia la regione, assieme alla nuova Città, al Cantone, all'Ente regionale di sviluppo e agli istituti di ricerca a creare un terreno fertile per garantire una vita alle Officine, senza attendere le FFS. La situazione non è delle più semplici. "Da tempo i lavoratori delle Officine di Bellinzona denunciano che il futuro del sito industriale è tutt’altro che sicuro: si tratta di un tema prioritario che dovrebbe occupare tutti i candidati", esorta Lucchini in uno scritto. "L’incertezza è dovuta all’atteggiamento delle FFS, che non stanno mantenendo gli accordi per garantire una prospettiva occupazionale e di esistenza pluriennale alle Officine. Dopo lunghe ed estenuanti trattative, gli accordi stipulati nel 2013 garantivano l’assegnazione di volumi di lavoro analoghi a quelli degli anni precedenti e assicuravano l’impegno concreto delle FFS nell’attuazione di una strategia per uno sviluppo industriale sostenibile anche a lungo termine. Sciaguratamente però i fatti indicano una cosa ben diversa: assistiamo infatti a una riduzione preoccupante dei volumi di lavoro e vi è poca predisposizione da parte dei vertici aziendali ad affidare alle Officine compiti innovativi, “fossilizzando” così il comparto produttivo su attività tecnologicamente prive di prospettiva". "Ci vuole il rispetto degli accordi da parte di tutte le parti coinvolte, FFS in primis, e un ruolo attivo del governo come garante degli impegni assunti, allo scopo di scongiurare lo scenario di declino programmato del comparto industriale", fa notare, poi ricorda lo storico sciopero del 2008, che salvò le Officine. Con lo stesso spirito, secondo lui, "consci degli attuali rapporti di forza, è necessario, senza attendere Berna, che sia la nostra regione il motore dell’innovazione per dare slancio alla creazione sull’attuale sedime (e non altrove!) di una “cittadella tecnologica” capace di garantire un futuro agli attuali posti di lavoro e di progettarne degli altri (ingegneri, ricercatori, ecc.)". Come? Lucchini ha le idee chiare. "Per far questo è necessaria una sinergia virtuosa tra maestranze, nuova Città, Cantone, Ente regionale di sviluppo e istituti di ricerca per dare linfa al Centro di Competenze oggi ancora troppo “immobile”. Si dovrà poi sfruttare al meglio il posizionamento sull’asse Nord-Sud per trasformare l’area industriale in un polo logistico europeo del trasporto sulla lunga distanza. Inoltre, sviluppando nuove tecnologie, mezzi ferroviari e sistemi informatici all’avanguardia sarà possibile rendere più competitiva la ferrovia rispetto alla strada anche per il trasporto delle merci sulle corte distanze, favorendo così la “rivoluzione” auspicata dagli esperti del trasporto merci".
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