POLITICA
Un miliardo che potrebbe non avere contropartita. La rabbia di Cassis, la Svizzera pronta a contromisure
Con il miliardo e 300mila franchi dati all'UE si voleva ottenere qualcosa fra l'abolizione della clausola ghigliottina per i bilaterali, maggiori spazi di negoziato sull'accordo quadro o l'equivalenza delle borse svizzere a quelle europee. Ma Bruxelles non è d'accordo...
BERNA – Ignazio Cassis fa la voce grossa. La Svizzera si trova infatti in una scomoda posizione: l’UE parrebbe intenzionata a concedere poco o nulla in cambio del miliardo di coesione concesso.

La presidentessa del partito liberale parlava di un annullamento della clausola ghigliottina che collega  un bilaterale all’altro, ma pare che l’idea non venga presa in considerazione.

L’UE oltretutto fa pressione sulla firma di un accordo quadro istituzionale che farebbe sì di riprendere in modo più sistematico il diritto europeo. Da Bruxelles spingono per concludere, Leuthard ha preso tempo, augurandosi che il miliardo desse più margini di manovra.

Un altro tema: l’equivalenza delle borse svizzere con quelle europee.  In mancanza di questa equivalenza, diverrebbe impossibile operazioni su titoli quotati nello stesso tempo sul mercato svizzero e europeo. Anche qui, l’UE non sembra voler accontentare il nostro paese, optando semmai per un’equivalenza di un anno.

E Cassis si è arrabbiato. "La posizione della Svizzera è chiara: attende che l'UE riconosca l'equivalenza finanziaria  entro l'apertura delle Borse il 3 gennaio al più tardi”. È insoddisfatto di come si tratta il dossier, e afferma che la Svizzera è pronta a prendere decisioni: si potrebbe fare marcia indietro sul miliardo di coesione, se esso non servirà a ottenere nulla?

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