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16.01.2018 - 17:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Quadri non le manda a dire, "clausola ghigliottina? Una forma di ricatto che scredita ulteriormente la RSI, che fa campagna coi nostri soldi"

L'azienda di Comano ha inserito nei rinnovi dei contratti la possibile disdetta in caso di passaggio di No Billag. Il leghista, "in questo modo mobilitano a fare campagna attiva i fornitori, per fortuna doveva essere un dibattito pacato... Però tutto è basato sulla teoria di Canetta&company della sparizione"

LUGANO – La RSI ha inserito nei rinnovati contrattuali di quest’anno ai suoi fornitori, circa 800 ditte ticinesi cui paga un totale di una quarantina di milioni, una sorta di clausola ghigliottina, se così la si può chiamare, che parla di una possibile rescissione senza risarcimento danni in caso di sì a No Billag.

La notizia ha colpito parecchi nostri lettori. Va detto, per onor di cronaca, che la RSI non l’ha divulgata e che è stata resa pubblica dal portale liberatv.ch, e ripresa da noi, tramite sue fonti, per cui non è stato un argomento utilizzato nella campagna. L’azienda di Comano ha voluto tutelarsi, perché rischia di veder svanire il 75% dei suoi introiti.

Non la pensano allo stesso modo i promotori dell’iniziativa: per Bühler e Quadri, è un ricatto. “Ed è in essere non da adesso, già in precedenza girava voce che la RSU facesse pressione sui suoi fornitori minacciando rescissioni, per far sì che facessero campagna a favore del no. Era un argomento di cui si serviva nella campagna a tappeto, non da ieri e non da oggi, anche se non ho mai visto i contratti (visti dai colleghi di liberatv.ch, ndr), mi sono solo arrivate voci di fornitori messi sotto pressione”, ci dice il leghista.

Quindi, un ricatto secondo lei, come dice Bühler (che ha postato: "devo dare atto alla RSI, la mossa delle clausole di rescissione è tanto furba quanto diabolica. Così tengono in scacco gli imprenditori... ricatto da manuale. E diventa sempre più Davide contro Golia")?
“Certamente, è una forma di ricatto per fare che gli imprenditori, temendo per il proprio portafoglio, si mettano a fare campagna contro l’iniziativa. Evidentemente la RSI sta mobilitando tutto il mobilitabile, con tutti i mezzi a disposizione. Meno male volevano fare un dibattito pacato, se questo lo è, mi immagino come sarebbe uno esagitato!”

Se fosse nei panni dei fornitori cosa penserebbe? Il rischio di trovarsi senza un datore di lavoro importante c’è…
“Vorrebbe dire partire dalla teoria di Canetta&co, ovvero che la SSR sparirebbe, cosa che dicono loro ma che non è. È la verità che cercano di far passare, non è un fatto oggettivo bensì le classiche minacce pre votazioni, come ne abbiamo sentite tante, pensiamo a quelle sullo spazio economico europeo. I fornitori e le aziende che collaborano sono abbastanza grandi per sapere come comportarsi. Il fatto che la RSI si serva anche di mezzi di pressione di tipo ricattatorio nei confronti loro altro non fa che screditarla ulteriormente e quindi alla fine le si ritorcerà contro. Queste esagerazioni si trasformeranno in un boomerang, chi in casa RSI conduce la campagna, coi soldi del canone tra l’altro, dovrebbe pensare meglio a certe mosse che potrebbe rivelarsi controproducenti”.

Quindi ritiene che non avranno perdite?
“Quel che succederà esattamente è difficile dirlo. I fornitori, quando decideranno cosa votare, faranno i loro conti e prenderanno in esame anche le loro condizioni personali. In ogni caso non so che durata abbiano i contratti, dubito siano decennali o ventennali e penso che in un anno cambierà comunque poco, mentre in dieci anni, comunque vada, la RSI dovrà cambiare. Inutile dire che se No Billag non passa tutto continua come prima e se passa si azzera tutto, perché i cambiamenti ci saranno comunque”.

Ma la clausola c’è, in ogni caso, dunque la RSI potrebbe rescindere i contratti..
“Se esiste, la responsabilità ce la mette la RSI. È troppo facile scaricare le colpe sugli altri, se si disdicono dei contratti senza motivo, dato che il passaggio di No Billag non lo imporrebbe, si assume la responsabilità”.

Voi favorevoli sareste pronti a aiutare eventualmente le ditte con problemi dopo una disdetta?
“Il Comitato, i famosi quattro gatti, sostiene l’iniziativa, non può inventarsi il lavoro per i fornitori. È tutto da vedere, comunque: io non credo resterebbero a piedi. Ci sarebbero dei cambiamenti importanti, che avverrebbero in ogni caso fra qualche anno grazie alla digitalizzazione, ognuno farà le sue valutazioni”.

Abbiamo scritto, noi come altri, molti articoli sul tema, ma questa sorta di clausola ghigliottina pare aver colpito il pubblico. Vi preoccupa?
“Non lo so se abbia colpito molto o meno. Per me lo ha fatto in negativo, perché sa molto di ricatto. È come dire che o vi impegnate a fondo facendo campagna attiva perché venga bocciata l’iniziativa oppure noi vi rescindiamo il contratto. In realtà il messaggio è questo, una mossa di campagna elettorale di un’azienda pagata coi nostri soldi, che dovrebbe fare servizio pubblico. I fornitori sono in grado di decidere senza che si mettano in atto questi atti ricattatori”.

Paola Bernasconi
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