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19.07.2019 - 14:130
Aggiornamento: 15:09

Lombardi e Merlini votano per "il centro forte. A sinistra sono disarticolati al loro interno, a destra proposte univoche solo su due temi"

"Non si parla né di una lista unica PLR-PPD, né di fusione e tantomeno dell’abbandono dei rispettivi principi e valori", scrivono i due, parlando anche di estendere l'alleanza ai Verdi Liberali

BELLINZONA – A favore dell’alleanza al centro, intesa come PPD-PLR ma allargabile anche ai Verdi Liberali, si schierano due pezzi da novanta come Filippo Lombardi e Giovanni Merlini, in un’opinione congiunta pubblicata dal Corriere del Ticino. 

“Non si parla né di una lista unica PLR-PPD, né di fusione e tantomeno dell’abbandono dei rispettivi principi e valori. Il richiamo a parenti che si rivolterebbero nella tomba ci sembra un po’ esagerato; anzi, alcuni di loro potrebbero sussurrarci che è giunta l’ora di superare certi retaggi della storia ticinese. Ciò che oggi appare prioritario è difendere e promuovere il modello di successo elvetico, anziché sferrargli attacchi da entrambi gli estremi. In passato il confronto – anche molto aspro – fra «liberali-radicali» e «conservatori» aiutò a costruire la Svizzera moderna, coniugando interessi e valori spesso contrastanti. Oggi però le sfide sono diverse e affrontarle con lo specchietto retrovisore non è per forza la strategia migliore”, scrivono i due.

Collaborare potrebbe essere utile a tutti i livelli, sia a Bellinzona che a Berna e pure all’estero. “Di fronte a queste sfide non convincono le risposte di una sinistra oggi elettoralmente unita ma storicamente disarticolata al suo interno, sia dal profilo ideologico sia da quello dell’operatività politica. Non convincono nemmeno le proposte avanzate dalle due forze di destra, unite solo sul tema dell’immigrazione e del sovranismo, ma agli antipodi sulle politiche economiche e sociali”, sostengono Lombardi e Merlini.

Per far progredire il Ticino e la Svizzera c’è una strategia: “occorre rafforzare il centro. Non è un’area politica senza profilo, bensì un polo trainante che deve ulteriormente svilupparsi per riuscire a prevalere sulla politica dell’isteria e dello statalismo. Il nostro sistema-Paese soffre dei freni a mano sempre tirati. Va quindi favorita una più organica collaborazione che coinvolge in primis i due partiti storici – PLR e PPD – ma che si può estendere ad altre formazioni di centro, come i Verdi liberali, capaci di integrare i bisogni dell’uomo con quelli dell’ambiente”. 

“Le visioni hanno bisogno di forza e rappresentanza, altrimenti restano velleitarie. L’eventuale congiunzione concernerebbe il Consiglio nazionale e avrebbe quale logica conseguenza un «ticket» per il Consiglio degli Stati, favorendo così una comune difesa degli interessi ticinesi a Berna. Alla Camera alta, in particolare, la buona collaborazione dei due «senatori» ticinesi è fondamentale e lo provano numerosi successi degli scorsi anni”, proseguono, terminando con un “adesso è il momento giusto per farlo, dopo sarà troppo tardi”.

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