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18.05.2020 - 15:020

Rossi al vetriolo: "Prima andate da Cassis e Di Maio per i frontalieri e ora temete il contagio dall'Italia?"

Il democentrista sulla frontiera con la Penisola: "Vabbè che la tola la var püsee che l’ora, ma sentire i nostri capi, i geni dello Stato Maggiore di Condotta criticare l’Italia che apre le frontiere e favorisce il contagio fa cadere le braccia"

BELLINZONA – In molti invocano l’apertura delle frontiere con l’Italia: che sia per la spesa, che sia per turismo o per incontrare affetti (uno dei tasti dolenti al momento), tanti vogliono poter tornare nella vicina Penisola e avere la possibilità di far venire i propri cari in Ticino.

Ma, forse inaspettatamente, è stata la Svizzera, ora, a dire che non è scontato che anche da parte elvetica verrà dato l’ok alla riapertura del confine italiano. Quella di Roma è stata una decisione unilaterale, è stato detto, e non se ne era ancora discusso. 

Dunque, tutto in sospeso. Anche per il Ticino. 

Tuto Rossi, consigliere comunale democentrista, attacca però il Governo Cantonale, accusandolo di fatto di non coerenza. “Alle nostre autorità non si chiede molto. Ma almeno un po’ di serietà. Vabbè che la tola la var püsee che l’ora, ma sentire i nostri capi, i geni dello Stato Maggiore di Condotta criticare l’Italia che apre le frontiere e favorisce il contagio fa cadere le braccia! Ma come?”, scrive.

E il motivo dell’arrabbiatura è presto detto. “Proprio voi che l’8 marzo, quando l’Italia ha chiuso la Lombardia, vi siete precipitati da Cassis e Di Maio per fare entrare 70’000 frontalieri dalla zona più a rischio del mondo, con la conseguenza che abbiamo 350 morti, voi criticate l’Italia? Ma per favore”.

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