"“La tradizione — dice il papa — ha ispirato nuove forme di azione di fronte alle schiavitù moderne"
di Don Gianfranco Feliciani
L’esortazione apostolica di Leone XIV, diffusa giovedì scorso e dedicata interamente ai poveri, era stata iniziata a suo tempo da papa Francesco. È di Bergoglio, infatti, la scelta del versetto dell’Apocalisse (3,9) “Ti ho amato”, che dà il titolo al documento. È lo stesso papa Leone a riferirlo.
Francesco voleva un testo “sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri” e immaginava che Gesù si rivolgesse a ognuno di loro dicendo: “Hai poca forza, poco potere, ma io ti ho amato” — Dilexi te!
Formata da cinque capitoli, l’esortazione ripercorre la bimillenaria storia di attenzione ecclesiale verso i poveri per trovare ispirazione sul da farsi nella situazione attuale del mondo. “La tradizione — dice il papa — ha ispirato nuove forme di azione di fronte alle schiavitù moderne: il traffico di esseri umani, il lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale, le diverse forme di dipendenza. La carità cristiana, quando s’incarna, diventa liberatrice. E la missione della Chiesa, quando è fedele al suo Signore, è sempre di annunciare la liberazione. Quando la Chiesa si inchina per spezzare le nuove catene che legano i poveri, diventa un segno pasquale”.
Ciò che la Dilexi te ribadisce con forza — rispondendo così a chi accusa la Chiesa di aver declinato e svuotato la fede nella semplice azione politica o sociale — è il legame inscindibile tra fede, carità e giustizia. I poveri non sono una “categoria sociologica”, insegna Leone, ma la stessa “carne di Cristo”. I poveri ci riconducono quindi all’essenziale della fede, e l’impegno della Chiesa nei loro confronti è obbedienza a Cristo.
E aggiunge: “Tante volte mi domando perché, pur essendoci tale chiarezza nelle Sacre Scritture a proposito dei poveri, molti continuano a pensare di poterli escludere dalle loro attenzioni. Restare indifferenti al grido dei poveri è un peccato e allontana dal cuore stesso di Dio”.
Più chiaro di così. Ci sembra di riudire papa Francesco... Ma cosa diciamo? Questo non è altro che il Vangelo di Gesù.