"Il Signore ci ha donato un papa pastore, mite e amabile, un figlio di Sant’Agostino dotto e piuttosto riservato, ma sensibile e vicino alla gente, attento ai poveri e agli ultimi"
di Don Gianfranco Feliciani
Il nome del cardinale Roberto Francis Prevost ha sorpreso un po’ tutti, ma anche il nome che il nuovo pontefice ha scelto ha sorpreso: Leone XIV. E la scelta del nome è significativa – lo abbiamo visto chiaramente con papa Francesco – perché nel nome c’è già tutto un programma. E il cardinale Prevost ha sicuramente pensato a Leone XIII, al secolo Gioacchino Pecci, papa dal 1878 al 1903, nello scegliere il nome. Considerato il papa che ha riconciliato la cristianità con la modernità, Leone XIII è passato alla storia come il papa della Rerum Novarum, l’enciclica che rappresenta il documento fondativo della Dottrina sociale della Chiesa.
Leone XIII apriva di fatto, nel 1891, la stagione della riflessione cattolica sulla questione sociale. L’enciclica si ergeva a difesa di tutti gli sfruttati e chiamava gli Stati alle loro responsabilità chiedendo leggi giuste e incoraggiando gli studi economici e sociali. Per la prima volta un documento papale si presentava come interpretazione della vita civile e sociale. Nel secolo della rivoluzione industriale – nel 1848 Marx ed Engels avevano pubblicato il Manifesto del Partito Comunista, in cui il socialismo filosofico veniva declinato nella forma della rivoluzione sociale – la Chiesa finalmente scendeva tra gli uomini per colloquiare fraternamente con loro.
Il Signore ci ha donato un papa pastore, mite e amabile, un figlio di Sant’Agostino dotto e piuttosto riservato, ma sensibile e vicino alla gente, attento ai poveri e agli ultimi. Un’attenzione sociale che il nuovo papa ha maturato anche nei suoi molti anni da missionario nel Perù, in zone povere e depresse. È diverso da Francesco, ma la via è la stessa! Le prime parole pronunciate dalla Loggia della Basilica di San Pietro ce lo hanno fatto subito amare...
“La pace sia con tutti voi... Questo è il primo saluto del Cristo Risorto... Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra... Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante... Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti... Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore... Dobbiamo essere una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore”.