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13.03.2019 - 14:220

"Ambrì, le prime due linee devono alzare ancora il livello. Lugano, i giocatori vanno responsabilizzati"

Con Angelo Chiello facciamo il punto sulle serie playoff delle ticinesi: "Non sono ancora chiuse, basta poco per cambiare gli equilibri. Comunque per me a vincere il campionato sarà..."

AMBRÌ/LUGANO – Finalmente, dopo cinque anni, l’Ambrì tornava ai playoff, con grande entusiasmo della sua tifoseria. Il Lugano, che alle fasi finali era abituato, questa volta si è qualificato a fatica, però alla fine ce l’ha fatta. Ed ora? Dopo due partite e due sconfitte, per le ticinesi potrebbe già quasi essere finita la stagione.

Cosa succederà? Quante possibilità ci sono ancora? Ne abbiamo parlato con Angelo Chiello, commentatore di MySports.

Partiamo dall’Ambrì: ci sono speranze o è una serie chiusa?

“Contrariamente ai valori sul ghiaccio, direi che è ancora aperta. Nell’hockey basta poco per cambiare tutto. La speranza è che il Bienne abbia ancora un trauma, una fragilità da sanare dopo la rimonta del Lugano da 3-0 a 4-3. Peccato per i leventinesi, sono passati in vantaggio, segnano di più ora ai Seeländer, dunque per me hanno già preso le misure, chiaramente il Bienne è più forte, ma non è chiusa”.

Su cosa deve far leva la squadra biancoblù?

“Deve continuare a provarci, dando tutto. Ormai non ha più nulla da perdere. È importante che ci sia l’episodio che possa far girare la situazione: dovessero trovarsi a vincere una partita come quella di ieri sera, cambiano gli equilibri, sia da una parte che dall’altra, in una seria basta poco”.

Chi potrebbe essere decisivo, da una parte e dall’altra?

“A prescindere i due portieri, che stanno facendo la differenza. Secondo me a farla è anche la terza linea del Bienne, ha fatto la differenza soprattutto in Gara-1. In casa leventinese non ti dico un giocatore, cito le prime due linee che devono alzare ulteriormente il livello. Segnano in power play ma nel 5 contro 5 faticano a prendere in mano la situazione. Cito Zwerger, perché Müller e Kubalik ci sono sempre, l’ago della bilancia della potenza offensiva dell’Ambrì in attacco è lui”.

Col ritorno ai playoff, comunque vada, possiamo dire che quella dell’Ambrì è una stagione positiva?

“Molto. Non sono tra i buonisti che dicono che è già bello dove sono arrivati. Hanno il dovere di provarci e lo stanno facendo. Pagano il fatto di non essere abituati ai playoff? No, anche se ci sono tanti giocatori che non li hanno mai giocati. Devono capire come si giocano ma non credo sia una questione di mancanza di abitudine”.

Passiamo al Lugano: quante possibilità ha?

“Domanda di riserva (ride, ndr)? Parlavo ieri con Hofmann che mi diceva che assolutamente non è finita. Concordo, ma il problema è che in questo momento in casa Lugano è buio pesto e Ireland deve cambiare un po’ tutto, non a livello tattico piuttosto nello spogliatoio. Deve dare un segnale alla squadra. I valori ci sono, però ieri hanno fatto una marea di errori. La potenza offensiva c’é, sa difendere, sa fare un buon box play, e quando ha giocato i primi dieci minuti da Lugano ha messo lo Zugo in difficoltà. Ce la può fare ma domani è l’ultima chiamata, deve reagire ritrovando un sentimento di coesione sul ghiaccio. Vedo molte azioni personali, quando si installa nel terzo offensivo manca qualcosa, secondo me un po’ di autostima e il feeling fra compagni, li vedo sfilacciati”.

Anche qui ti chiedo l’uomo decisivo da una parte e dall’altra: nel Lugano direi che hai già citato il collettivo

“Non c’é infatti un uomo decisivo. Sottolineerei una questione: la cosa importante è che si parla del sistema di Ireland, che persevera con lo stesso schema per il power play. Dovrebbe dare più fiducia ai giocatori, caricarli ancora più di responsabilità, non applicare semplicemente un sistema. Al di là della condizione atletica, Lapierre per me potrebbe venir fuori meglio, si potrebbe provare a riportarlo al centro, responsabilizzandolo, così come i giocatori chiave. Nello Zugo se Martschini continua a giocare così in power play sono problemi per il Lugano, Everberg è fortissimo e può essere decisivo. Ci sono tanti fattori, sinora ha sempre giocato meglio, anche Merzlinkins deve cercare di dare un segnale positivo, contrariamente a ieri”.

I playoff possono cambiare tutto, ma per il Lugano non è una stagione positiva… vero?

“Ha avuto alti e bassi, non ha trovato costanza, proprio perché a mio avviso serve una guida diversa, non ci si può affidare a ciò che è stato. Ireland è un ottimo allenatore, non si discute, però ci sono momenti e momenti. Quest’anno serve qualcosa di diverso, per unire lo spogliatoio”.

Infine, un tuo pronostico secco su chi vince il campionato

“Direi Bienne, sono nato lì, giocano bene e vorrei che non vincesse sempre il Berna”.

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