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03.02.2017 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Modifica delle cure a domicilio: un cavallo di Troia da rispedire al mittente

di Igor Righini, presidente PS

Lunedì sera, su LA2, va in onda “Democrazia diretta”. Il direttore del Dipartimento della socialità e sanità (DSS) Paolo Beltraminelli, con Alex Farinelli e Michele Guerra a fargli da spalla, è in vena di confidenze. Così, in diretta Tv, rivela ai cittadini delle informazioni riservate:  2 milioni di risparmi sulle cure a domicilio sono già stati trovati, non rimarrebbero che 500 mila franchi. Garantisce lui: entro la fine dell’anno ci saranno 2,5 milioni di risparmi. Tutto rientrerebbe nei piani. Beltraminelli assicura che la base legale che dà la possibilità al Cantone di chiamare alla cassa gli utenti non serve a nulla e, come se non bastasse, promette sorridente che questa via non sarà mai usata. Un’ affermazione – quella di Beltraminelli – che provoca una reazione spontanea: ma allora cosa ce la mettete a fare nella legge la possibilità che permette allo Stato di caricare una parte dei costi agli utenti del servizio di assistenza e cura a domicilio? Se è vero che questa base legale non serve togliamola, no? Di certo, all’osservatore attento, l’ambiguità di un progetto che ha camuffato la fattura agli anziani e agli ammalati con un risparmio imposto agli Enti non sfugge. Una sorta di cavallo di Troia: a prima vista appare il risparmio di 2,5 milioni realizzato grazie alla razionalizzazione dei servizi che, come per magia e senza nessuna influenza sulla qualità delle cure,  lavorerebbero molto meglio di prima con meno mezzi finanziari. In realtà, tra qualche tempo scopriremo il prezzo che ogni utente dovrà pagare, ma a quel punto sarà troppo tardi. Ovvero, questa non è nient’altro che una fregatura. Di fatto i costi nel settore delle cure a domicilio sono in crescente aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Lo stesso Beltraminelli ha confermato che nel medio lungo termine non si potrà tagliare di nuovo nelle cure a domicilio. La ragione dell’insistenza nel voler inserire nella legge il principio di una tassa a carico degli utenti è dunque chiara: serve a poter mandare la fattura dei prossimi interventi agli utenti del servizio di cure a domicilio. Altro che milioni trovati e pericolo scongiurato di addossare i costi agli anziani e agli ammalati. Prima o poi chi avrà bisogno di essere curato a casa passerà alla cassa. Da un minimo di 16.—franchi al giorno a un massimo da definire. E se ti serve aiuto tutti i Santi giorni della settimana sono almeno 480.—fr. da mettere lì uno sopra gli altri ogni mese. Vivi solo dell’AVS? Hai una scarsa cassa pensione? Questo è il disegno e c’è poco da fare. Quando il Consiglio di Stato deciderà di mandarti la fattura arrangiati come meglio puoi. Stop ai tagli! Rimandiamo al mittente il cavallo di Troia rappresentato da questa modifica della legge sulle cure a domicilio (Lacd).  Abbiamo il coraggio e la responsabilità di guardare negli occhi chi ha bisogno di cure a domicilio e di tutta la nostra vicinanza. Sono persone, non sono dei numeri. Per i nostri anziani e per gli ammalati, in difesa della sanità,  votiamo un deciso NO al referendum cantonale sull’assitenza e cura a domicilio. Igor Righini, presidente PS
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