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Cronaca
17.07.2017 - 17:520
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Syndicom, "ci auguriamo che l'addio fra il Corriere del Ticino e il Giornale del Popolo accresca la pluralità dell'informazione. Serve però conoscere un piano editoriale"

Il sindacato si esprime sulla separazione fra i due quotidiani. "Ci auguriamo che la via solitaria sia sostenibile, e auspichiamo che le rassicurazioni verso i dipendenti siano confermate in un momento difficile. E il contratto collettivo..."

LUGANO - La notizia del giorno nell'editoria ticinese è quella della separazione fra Corriere del Ticino e Giornale del Popolo: dopo quasi tre lustri, i due giornali cesseranno a partire da fine 2017 la loro collaborazione sia dal punto di vista editoriale che pubblicitario.

Il sindacato Syndicom ha commentato il fatto con un misto di gioia, perché ritiene che la pluralità delle voci e dell'informazione potrebbero giovarne e di preoccupazione per il futuro dei collaboratori della testata vicina alla Curia.

"Dopo 14 anni, il Giornale del Popolo ha deciso di mettere fine alla collaborazione con il Corriere del Ticino. La proprietà del Giornale del Popolo ha scelto di camminare da sola, dissociandosi dalla politica aziendale del Corriere del Ticino. I posti di lavoro, almeno per i prossimi 2 o 3 anni, sembrano essere dunque al sicuro", si legge, ma poi "syndicom, il sindacato dei media e della comunicazione, chiede che vengano confermate le rassicurazioni della proprietà del Giornale del Popolo nei confronti dei dipendenti, in un momento economico difficile per la raccolta pubblicitaria".

Cosa ne sarà del Giornale del Popolo, ovvero che direzione vorrà prendere, è un'altra delle domande del sindacato. "Nell’interesse dei collaboratori e del futuro stesso del Giornale del Popolo, syndicom auspica che la “via solitaria” sia sostenibile e che la proprietà possa annunciare entro breve un vero e proprio progetto editoriale a lungo termine. syndicom confida che la maggiore indipendenza editoriale del Giornale del Popolo possa rappresentare una voce ancora più libera, in modo da accrescere la pluralità d’informazione nella Svizzera italiana, indispensabile per il buon funzionamento della democrazia". Dunque, un fattore positivo, ma serve chiarezza.

"syndicom coglie infine l’occasione per ricordare agli editori che la qualità dell’informazione presuppone buone condizioni di lavoro.  È necessario che gli editori si esprimano finalmente a favore di un Contratto Collettivo di Lavoro, che in Ticino manca ormai da quasi 13 anni", termina la nota.
 
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