LUGANO – Il Mattino racconta la storia di una donna che cerca di uscire dall’assistenza e non ci riesce. Una vicenda che si può definire comune? Purtroppo, a qualcuno capita. La signora in questione, però, avrebbe paradossalmente la possibilità di farlo, trasformando una stalla di sua proprietà in un locale da affittare, o in alternativa da vendere.
Il problema? Andrebbe ristrutturata, la signora non ha i soldi per farlo. “Come posso pensare di affittare ed aver un guadagno se non metto a posto la stalla e non ne faccio un locale decente? Ho chiesto pure un aiuto ad una banca, ma mi è stato negato. Essere in assistenza, e posso pure capirlo, non è certo la miglior carta in regola per un prestito bancario”, si chiede.
E butta lì un pesante “forse ultimamente ci si preoccupa soprattutto dei rifugiati”, stanca e stressata dai pensieri e dalle preoccupazioni che le impediscono, racconta, di dormire. “Sono tormentata e afflitta dalla mancanza di sensibilità delle persone, in primis quelle che lavorano per il Cantone e si occupano di questi casi. Stanno facendo di tutto per impedirmi di tornare ad una vita normale. Non chiedo la luna, chiedo soltanto di poter esercitare i miei diritti di cittadina”.
L’accusa che muove agli uffici di Bellinzona è di non darle una mano a ristrutturare la sua stalla. “Dovrei ingaggiare qualcuno per i lavori da fare all ’interno e nel giardino. Ho chiesto che mi mandassero qualcuno di un programma occupazionale. Ma niente: visto che è a scopo di lucro, dicono, non è possibile! ”.
“Farei di tutto, non sono una che si lascia andare oppure approfitta dell ’assistenza per starsene a casa a fare un bel nulla. Ne ho conosciute di persone così... ”, conclude.