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Cronaca
29.12.2016 - 13:350
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Chiesa dice no a Stojanovic. «Mi attiverò per raccogliere firme per disdire la libera circolazione»

Secondo il Consigliere Nazionale, il referendum lanciato dal socialista sulla legge di applicazione non cambierebbe nulla. «Invece la nostra è la vera battaglia per la Svizzera e il Ticino»

BELLINZONA - Nenad Stojanovic lancia la raccolta firme per mandare il popolo al voto sulla legge di applicazione del 9 febbraio (ieri, per primi, ne abbiamo riferito, sentendo le parole dell'esponente socialista), e apre le porte ai partiti contrari. Marco Chiesa, Consigliere Nazionale UDC, non intende aderire, ed anzi rilancia un'altra raccolta di firme, quella per un referendum volto a disdire la libera circolazione delle persone. Chiesa ha risposto a Stojanovic, che per email gli aveva parlato della sua iniziativa, invitandolo a entrare a far parte del comitato referendario, e ha voluto renderla pubblica. Per prima cosa, un voto sulla legge sarebbe per il democentrista del tutto inutile. «Nell'ottica di chi ha voluto l'iniziativa popolare contro l'immigrazione di massa e dunque di chi sostiene i contingenti, i tetti massimi e la preferenza indigena, come ben sai, un referendum sulla legge d'applicazione è totalmente inefficace. Anche in caso di successo, il referendum non raggiungerebbe mai l'obiettivo di obbligare il Parlamento ad applicare alla lettera l'articolo 121a della nostra Costituzione, e anche questo tu come politologo lo sai fin troppo bene». Tutto rimarrebbe come prima, insomma, anzi.. «Il tuo partito e i suoi rappresentanti, come altri, felici per aver sabotato il volere popolare, non cambieranno certo idea sul 9 febbraio. Persevereranno nell'assecondare l'Unione europea, se non addirittura peggio facendosi suggerire i nostri articoli della legge come abbiamo sentito dalle tanto improvvide quanto sincere parole della portavoce Mina Andreeva. Il ritorno alla casella 0, dunque alla legge sugli stranieri precedente, con tutti i partiti della Berna federale chiaramente schierati a sostegno della linea eurocompatibile, paurosi di possibili rappresaglie di Bruxelles, aggrappati agli accordi bilaterali e alla libera circolazione, non permetterebbe di migliorare la situazione istituzionale e politica. Una situazione che ritengo, come immagino anche tu, indegna per una democrazia diretta e socioeconomicamente dannosa, in particolare, per il Canton Ticino». Chiesa avrebbe preferito che Stojanovic si fosse espresso prima. «Peccato, caro Nenad, di non aver sentito la tua autorevole voce di sinistra alzarsi contro questa infame legge e le subdole furbizie partitiche prima della votazione finale di qualche settimana fa alle Camere. Magari avresti potuto influenzare il presidente del tuo partito e alcuni rappresentanti socialisti». Il Consigliere Nazionale, però, non resterà con le mani in mano. «Mi attiverò con forza per la buona riuscita dell'iniziativa in gestazione per la disdetta della libera circolazione. Dopo quanto visto e sentito alle Camere questa è la vera battaglia per la Svizzera e per il Ticino. Le tempistiche per il lancio della raccolta firme sono quelle dichiarate pubblicamente sia dall'UDC che dall'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI)».
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