Il tutto è cominciato, a Como, a metà luglio, precisamente il 14. In una giornata, i migranti erano passati da 50 a dieci volte tanto. "La violenza di quello che ho visto a Como non l'avevo mai vista da nessuna parte. Eppure ho lavorato per l'Ufficio della migrazione, per il Soccorso operaio, ho viaggiato molto in Africa. A Como c'era gente che stava davvero male, che aveva bisogno di aiuto”: parla di scabbia, di tubercolosi, donne incinte a pochi mesi dal termine, e nonostante la sua associazione, la Firdaus, avesse un conto considerevole, non erano i mezzi il problema, bensì i luoghi, dato che nessuno voleva accogliere queste persone.