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Cronaca
17.10.2017 - 11:430
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Le scoperte sul super teste. Morini in Italia risulta invalido, ha fondato una società che si occupava di esercizi pubblici: ospitò richiedenti l'asilo

L'uomo ha una rendita di invalidità nella vicina Penisola, e dal 2013 al 2016 è risultato socio e presidente della gerenza di Maki Sagl a Cresciano. Un indirizzo non nuovo, perché vi sarebbero stati alloggiati dei rifugiati: un caso? Il dossier è in mano a Procura e Governo

COMO – Ha parlato a volto scoperto, senza remore. È apparso in tv e sul Mattino, lanciando accuse alla società dove lavorava, la Argo 1: stipendi in nero, una sola persona nei centri anziché due, la questione pasti, i controlli.

Mario Morini, l’ormai celebre agente, è una figura chiave per riuscire a sbrogliare la matassa del caso dell’anno, e le sue dichiarazioni sono al vaglio delle indagini.

Ma nuovi sviluppi rischiano di complicare, se fosse possibile, ancora tutto, ulteriormente, trasformando la vicenda Argo in un romanzo giallo a puntate che sicuramente anche i più accaniti lettori del genere faticheranno a seguire.

Chi è, infatti, Morini? Italiano, classe 1962, risulterebbe invalido in Italia, come segnala il Corriere del Ticino. È possibile infatti percepire un assegno di invalidità pur lavorando, basta che il reddito non superi certe cifre (4'800 euro). Tra il 2008 e il 2013, l’uomo risulta “titolare d’impresa individuale “con esposizione debitoria e con cancellazione dal registro delle imprese a seguito di provvedimento autonomo della locale Camera di commercio di Como per irreperibilità agli indirizzi di lavoro e residenza”. Il documento che proverebbe che Morini è considerato invalido in una percentuale tra il 74% e il 99% è in mano a Procura e Governo, e presto finirà nelle mani del perito esterno incaricato di far luce sull'intera vicenda, Marco Bertoli.

Altro dettaglio è un possibile legame dell’uomo con il mondo dei rifugiati ticinesi. Avrebbe fondato la Maki Sagl con sede a Cresciano, società a garanzia limitata,di cui dal 2013 al 2016 risulta socio e presidente della gerenza. Lo scopo della ditta era gestione, consulenza e prestazione di servizi nel campo della ristorazione, ma l’indirizzo è noto. Infatti, a quanto pare, nell’esercizio pubblico sarebbero stati ospitati dei richiedenti l’asilo. Un caso?

Intanto, Morini, da teste chiave, passa a persona su cui cercare di capire qualcosa in più. Un ulteriore tassello su cui indagare. E il cerchio è ben lungi dall’essere chiuso, anzi…
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