“Innanzitutto la difficoltà a trovare qualcosa. Ci sono pochissimi studi, peraltro datati, parlo di 2004 e 2009, dunque non più attualissimi, anche se i problemi risultano tutt’ora simili. Pure le cifre sono difficili, ci sono diverse definizioni e divisioni e non è semplice arrivare a un numero chiaro, netto e sicuro. Per esempio c’è la povertà con reddito mediano, oppure con reddito assoluto, c’è anche la privazione materiale (ovvero quando non ci si può permettere determinate cose però si può vivere, per esempio l’impossibilità di far fronte a una spesa improvvisa di 2'000 franchi), che non è ritenuta povertà a livello statistico ma che per me lo è. Infine ci sono le prestazioni complementari, che non rientrano in tutte le statistiche dato che riguardano persone sopra i 65 anni. Non sono riuscita infatti a quantificare esattamente i poveri. Le cifre che ho citato nella tesi sono quelle di persone che hanno ricevuto una prestazione assistenziale, nel 2015, 7'050. Per quanto concerne chi è senza alloggio e in condizioni estreme non è quantificabile. Ci si può basare sulle domande di Casa Astra, che non riesce a soddisfarle tutte, per mancanza di risorse finanziarie e umane non ne tengono conto. Adesso sto cercando con Donato un modo per mantenere una check list”.