Una risposta, parziale, a questo quesito viene fornito dal mensile Il Frontaliere. Marco Cerutti, funzionario dell’Ufficio categorie e relazioni con il territorio della Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, parla di una diminuzione dell’80% di ditte della zona che hanno operato in Ticino. “Prima dell’entrata in vigore della LIA, nel Piemonte orientale (raggruppa le province di Vercelli, Novara e Vco, ndr) oltre 250 imprese effettuavano prestazioni di servizio in Svizzera, soprattutto in Canton Ticino. Di queste, una grande parte era concentrata nel Vco. A un anno dall’entrata in vigore della LIA nel 2017, per l’intero Piemonte orientale, tra imprese che hanno ottenuto l’iscrizione e quelle ancora in fase di valutazione da parte dell’Albo svizzero, dal nostro osservatorio risulta una restrizione a non più di 50 imprese. Quindi, una diminuzione dell’80% soltanto nel 2017: percentuale destinata a crescere anche nel 2018, portando a pochissime unità le imprese disposte a continuare a entrare in Svizzera a lavorare, con ancor meno disponibilità a operare in Ticino”, spiega.