"Qualsiasi votazione può in linea di principio essere influenzata. Facebook è un canale che diffonde notizie e idee. Se qualcuno è interessato a un particolare risultato politico, cantonale o federale, elezione o referendum, cercherà di influenzare l’opinione pubblica. Questo in fondo è quello che si è sempre fatto con campagne, pubblicità e lobbismo. Vedo personalmente tre modalità per influenzare il voto sui Social Media. Il primo è ricorrendo a un massiccio uso di pubblicità mirate. Ma questo, fintanto che le pubblicità non sono offensive, non viola alcuna legge. Inoltre dal momento che in Svizzera resta irrisolta la questione sul finanziamento dei partiti, è difficile poter intervenire su Facebook per chiedere chi ha pagato quali pubblicità, anche perché un eventuale finanziatore estero non sarà mai colui che paga direttamente le inserzioni. Cambridge Analytica ha fatto largo uso di pubblicità mirate ai gruppi di popolazione identificati grazie ai milioni di dati acquisiti illegalmente. Un secondo modo per influenzare l’opinione pubblica sui Social è quello di diffondere notizie false che modificano la percezione dell’opinione pubblica su particolari temi. Si veda ad esempio l’analisi di ElPais sul caso di Sputnik Italia durante le recenti elezioni. Secondo il giornale spagnolo, il sito russo avrebbe diffuso in maniera costante informazioni false o esageratamente distorte sulla situazione dei migranti per radicalizzare il discorso e creare instabilità politica in Italia. La terza possibilità, quella anche usata nella recente votazione No Billag è l’uso di bot automatici per creare migliaia di messaggi da diffondere.Diventa anche sempre più comune organizzare dei gruppi di persone che dietro a profili falsi commentano, condividono e reagiscono a ogni post per infuocare il dibattito e dare l’impressione di un sostegno maggiore di quello che realmente c’è. Questo crea una percezione distorta dell’effettivo sostegno a favore di una causa".