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24.05.2018 - 21:510
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Ristorni, sempre loro. Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia scrive allo Stato, "quella di Zali è una proposta inaccettabile. Bloccate la firma dell'accordo fiscale"

Alessandro Fermi ha contattato la Presidente del Sebato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico. "Ci siamo già attivati per chiedere al Governo del Canton Ticino una presa di posizione chiara. Manteniamo l'accordo del 1974"

MILANO – I ristorni continuano a essere motivo di litigio fra Italia e Svizzera. Claudio Zali ha chiesto di bloccarli, legandoli a opere transfrontaliere. Per il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi si tratta di “una posizione inaccettabile e che viola palesemente le norme e gli accordi sottoscritti”.

Lo scrive in una lettera inviata alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico. “Come Regione Lombardia ci siamo già attivati in questi giorni per chiedere al Governo del Cantone Ticino una presa di posizione chiara e rispettosa dei patti in vigore, e ho investito del problema anche l’apposita Commissione speciale che abbiamo istituito per i rapporti con la Confederazione elvetica. Ora però serve che anche lo Stato italiano faccia la sua parte e che le massime autorità italiane tengano posizione”.

Ma non è finita qui, perché Fermi chiede che si faccia qualcosa per bloccare la firma (che a onor del vero non pare immediata) dell’accordo fiscale parafato nel 2015. “Lo Stato italiano  deve mettere in campo ogni iniziativa utile nei confronti della Confederazione Elvetica a tutela dei nostri cittadini e dei Comuni italiani, mantenendo in vigore le condizioni contenute nell’Accordo del 1974”.

In sostanza, non vuole che frontalieri vengano assoggettati alle imposte sia in Svizzera che in Italia senza il mantenimento dei ristorni a favore dei Comuni italiani di appartenenza: il pomo della discordia son sempre loro, i ristorni, ritenuti fondamentali per i Comuni di frontiera.
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