CRONACA
Sulle strade svizzere quasi 40mila ore di ingorghi. "Si intervenga sulle infrastrutture"
A lanciare l'allarme è l'Associazione svizzera dei trasportatori stradali: il parco veicoli non è aumentato ma le ore passate nel traffico sì. "Cifre spaventose, per non dire allarmanti. Rischiamo di restare completamente bloccati"

BERNA - Nel 2022 si è registrato il record di ore di ingorghi sulle strade svizzere, con pesanti ripercussioni anche per le aziende di trasporto, che si trovano a subire una situazione in  cui possono fare ben poco. A lanciare l'allarme è l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG, chiedendo un’infrastruttura performante e adeguata alle esigenze, sia per la strada che per la ferrovia.

Lo scorso anno le ore di ingorghi sono state 39'863, con un raddoppio in dieci anni. "E anche se, con il 22,77%, il tasso di crescita è leggermente inferiore a quello del 2021, che raggiungeva addirittura il 43,9%, le cifre sono difficilmente paragonabili a causa, da un lato, della normalizzazione post-coronavirus e, dall’altro, dell’aumento vertiginoso delle cifre, che supera massicciamente i soliti valori del passato”, si legge nella nota.

ASTAG parla di cifre "spaventose, per non dire allarmanti".

"Con circa 52.000 veicoli, la flotta è rimasta praticamente invariata da anni e anche il chilometraggio percorso sulla rete stradale nazionale è rimasto stabile. Pertanto, come dimostrano le statistiche, il traffico pesante non può essere considerato la causa del crescente problema degli ingorghi", si legge ancora." D’altra parte, le conseguenze per l’industria sono disastrose. La produttività delle aziende di trasporto è in costante calo e non c’è praticamente alcuna possibilità di introdurre contromisure. A causa degli ingorghi, solo un maggior numero di veicoli per lo stesso numero di carichi può rendere possibili consegne e ritiri puntuali. Eppure è assolutamente scandaloso che i costi della congestione continuino a essere scaricati sul traffico pesante, anno dopo anno, unilateralmente e senza alcuna colpa. Ciò è dovuto ad una base giuridica che si concentra esclusivamente sul trasporto su strada, con un corrispondente metodo di calcolo da parte dell’Ufficio federale dei trasporti".

"Per quanto riguarda la politica dei trasporti, le ultime statistiche sugli ingorghi dovrebbero incoraggiarci a essere più realistici. La prosperità e la crescita si basano sulla mobilità e sulla logistica, e ciò richiede un’infrastruttura performante e adeguata alle esigenze, sia per la strada che per la ferrovia. In questo senso denunciare i piani del Consiglio federale per l’ampliamento e l’ammodernamento della rete autostradale nazionale è del tutto fuorviante e puramente ideologico".

Cosa fare, dunque? “È giunto il momento di creare le capacità necessarie", afferma il presidente centrale di ASTAG Thierry Burkart. "Dobbiamo garantire che l’approvvigionamento e lo smaltimento dei rifiuti nel nostro Paese continuino a funzionare in modo fluido, affidabile e puntuale”. Il rischio è di restare completamente bloccati in un traffico sempre più impantanato. 

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