POLITICA
«Il passaporto svizzero è un pezzo di carta inutile, chi lo vuole?»
Marchesi afferma che si regalano i passaporti, una cittadina bulgara che viva qui dal 1990 ci ha contattati per dire perché non vuole diventare svizzera. «Cari svizzeri, rimboccatevi le maniche. e fuori i profughi!»
BELLINZONA - Il passaporto svizzero svenduto a tutti, come dice Piero Marchesi, facile come acquistare un pezzo di pane? «Ma chi lo vuole?», ci chiede la nostra interlocutrice. La sua è la storia controcorrente di una straniera che, se fosse svizzera, voterebbe per la destra, ma non vuole diventare svizzera, almeno finché non si è nell'UE, e accusa i nostri compatrioti, e pure i profughi. Ci contatta per raccontare la sua visione, e le diamo spazio, alla domanda: tutti vogliono il passaporto rossocrociato?
Ci racconta qualcosa di lei, innanzitutto?
«Sono bulgara, vivo in Svizzera dal 1990. Nei primi tempi ho lavorato nei night, era l'unica soluzione per noi, non riuscivamo ad avere altri contratti e altri posti. Mi sono sposata con un italiano, ho acquisito la nazionalità italiana, anche se ora non siamo più insieme. Adesso sono in malattia, altrimenti svolgo un lavoro di agente di sicurezza».
Come si trova in Svizzera? Perché, da quanto ci ha detto, non desidera diventare cittadina svizzera?
«Non mi ritengo straniera perché mi sono integrata benissimo, ho sempre lavorato e contribuito. L'unica cosa che mi manca è il passaporto rossocrociato, che non voglio richiedere. Pensi che se rinunciassi alla mia cittadinanza bulgara d'origine, per tornare al mio paese dovrei andare ogni volta a Berna a chiedere il visto, non esiste! È ridicolo! Non ho mai avuto problemi senza il passaporto, non ho bisogno di averlo. Non voglio spendere soldi per ottenerlo. Chiunque contribuisce alle spese sociali, anche col minimo... Da come ha parlato Marchesi sembra che stiano regalando i passaporti, ma altre persone la pensano come me, non ne sentono la necessità».
Quali sono le loro motivazioni, sono uguali alle sue?
«Sì, non vogliono spendere per averlo: conosco chi l'ha fatto, ed ora il passaporto è lì, come un soprammobile. E senza alcun vantaggio! Anzi, siamo avvantaggiati e agevolati noi stranieri, se come me vengono da un paese che fa parte dell'UE, rispetto agli svizzeri, perché essendo cittadina UE posso andare ovunque».
Dunque, se la Svizzera facesse parte dell'UE tutto il suo discorso cadrebbe?
«Sarebbe molto diverso. Se la Svizzera entrasse nell'UE lo chiederei, ora come ora è un pezzo di carta inutile».
Non può votare non essendo cittadina, ma se potesse farlo, sentendola parlare e leggendo Facebook, sembra vicina alla destra. Vero?
«Si. Prima di tutto butterei fuori i profughi, non vanno accettati coloro che non fuggono da una guerra. Sembra che tutti li abbiano a cuore, non capisco...»
La provoco: anche lei è arrivata in Svizzera da straniera e se la prende con gli asilanti...
«Io lavoravo e contribuivo, è diverso. Invece li stiamo mantenendo, cosa ci guadagna la Svizzera? Ci sono anche svizzeri, devo dire, che non hanno voglia di fare nulla e si fanno mantenere dall'assistenza. Perché, se si impegnano, non trovano lavoro? Non è possibile, non capisco. E perciò non devono dare dei falliti agli stranieri. Io, per esempio, non sono contraria ai frontalieri perché fanno i lavori più umili e pesanti. Non ho mai visto uno svizzero far l'asfalto o spaccare i sassi, è inutile lamentarsi che ci sono troppi frontalieri che rubano il lavoro: rimboccatevi le maniche voi! Oltretutto lasciano un sacco di contributi qui, al contrario dei profughi, che invece girano col telefonino ultimo modello».
Lei si sente maggiormente svizzera o bulgara?
«Mi ritengo sempre bulgara. La mia patria è comunque quella dove vivo, qui sto bene. In Bulgaria va molto peggio, si muore di fame, in Svizzera se si ha voglia di fare il lavoro si trova, lì è impossibile».
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