Invece sul piano cantonale, "la grande incognita riguardava la modifica della legge sulla scuola, con la reintroduzione della civica quale materia a sé stante. Contro la proposta del Gran Consiglio era insorto un certo establishment dell’insegnamento (non tutto, fortunatamente, al contrario di quanto andavano affermando gli oppositori, queste associazioni sono ben lungi dal rappresentare tutti i docenti) calando arrogantemente dall’alto quali indiscutibili dogmi i loro punti di vista". Ma "la loro affermazione secondo cui la civica era già possibile insegnarla a sufficienza con il sistema attuale (spalmata sulle lezioni di storia) ha urtato contro l’evidenza che, a distanza di 12 anni dall’introduzione nella legge dell’articolo 23a in tal senso, uno studio della SUPSI (2012) rilevava che tale insegnamento non veniva impartito a sufficienza. Il popolo votante non ha quindi dato loro la fiducia che, decisamente in modo tardivo, gli veniva richiesta e ha accettato la modifica della legge con un più che confortevole 63,4%. La legge esce quindi rafforzata dal voto popolare, e l’UDC Ticino s’attende quindi che sia applicata con rigore".