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30.09.2017 - 15:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Un bubbone e i tempi della campagna elettorale. Caratti attacca, "perché aspettare le rivelazioni di procura e mass media per indagare?"

Nell'editoriale di oggi su La Regione, il direttore si domanda il perché dell'immobilismo dei politici, durante l'estate, sul caso Argo 1. "Non vuole sapere, il Governo, se c'è una gola profonda all'interno dell'amministrazione? Ci si ricordi, in futuro, che i petardi sono scoppiati prima delle elezioni"

BELLINZONA - Matteo Caratti, direttore de La Regione, non fa sconti, a nessun politico. Perché sul caso Argo 1 si è procrastinato, vuol sapere. Come mai ad agosto tutti sono andati in letargo, per poi, adesso, voler chiarire, o meglio, doverlo fare?

"Strani personaggi certi politici. Fin tanto che le elezioni sono lontane sembrano fatti di gomma. Può succedere di tutto e di più, e loro che fanno? Quasi come se nulla fosse, si cimentano in una sorta di sport nazionale, sgusciando fra i paletti e cercando di convincere il cittadino elettore che hanno ragioni da vendere e che non è successo niente di grave. E si chiede quindi cosa ci stia dietro e perché tanta voglia di metterla via senza il famoso prete?", scrive nel suo editoriale odierno.

Non parla, ovviamente, in astratto. "È quanto sta accadendo con Argo 1. Il caso montò, non senza interrogativi di grosso calibro, già prima dell’estate; poi si assopì durante la pausa agostana. Ma come? Non c’erano forse già allora – domanda retorica – parecchi elementi nel dettagliato rapporto di 20 pagine del ‘controllo cantonale delle finanze’ del 20 aprile 2017 che dovevano far suonare l’allarme rosso?". E riassume i fatti, noti e arcinoti, sino al caso della cena di Dadò e comapgna a Bormio. "Ma si è poi di nuovo arenato da qualche parte. Forse – ci pare di aver capito – perché la Gestione del Gran Consiglio ha saputo dal procuratore generale Noseda che l’inchiesta penale sul nuovo fronte dei pagamenti in nero dei dipendenti di Argo 1 sarebbe stata ancora lunga, e allora: altolà, fermi tutti in attesa del prossimo punto fermo della magistratura. Ma scherziamo? Altro recente stop è avvenuto in attesa dell’annunciata inchiesta di Falò, andata in onda giovedì, che ha saputo raccogliere e proporre elementi in parte nuovi, e comunque preoccupanti". ,

Nuovi interrogativi che nascono, ma, prosegue Caratti, "al Governo non interessa sapere se all’interno dell’amministrazione c’è una gola profonda che anticipava l’arrivo delle ispezioni?"

"Siamo dunque al punto (grave e anomalo) che si devono attendere la procura e le rivelazioni di alcuni mass media per riuscire a fare passi avanti? E la politica (Galusero eccettuato)? Se c’è batta un colpo… Martedì sarà la volta buona in Gestione? Speriamo!", incalza. 

Prima di terminare, "poi non ci si venga a dire – lo scriviamo a futura memoria – che quando scoppierà per bene tutto il bubbone i tempi saranno sospetti, perché ci si troverà nei mesi precedenti le elezioni cantonali. Ci si ricordi allora di chi ha lanciato fumogeni e tirato freni a mano!"
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