Paolo Beltraminelli ha spiegato che esistono contatti regolari con la Securitas, che si occupa di garantire la sicurezza all’interno dei centri per asilanti, e che la guardia è alta dopo quanto accaduto con Argo 1. “Dopo l’articolo in cui si definiva questo agente come la mente della documentazione arrivata anche ai media, si è pensato di fare delle verifiche, visto che per esempio in questo documento si parlava di presunte vacanze pagate a una funzionaria del DSS. Non si trattava di una sospensione ma di uno spostamento (poi Securitas disse che non poteva impiegare altrimenti l’uomo, ndr). È stato il suo datore di lavoro a decidere e non il DASF: Securitas ha scelto autonomamente, senza alcuna pressione”. Per quanto lo riguarda, afferma di non essere stato a conoscenze né della email di Bernasconi (“che è stata un’ingenuità ma lo scopo era solo quello della condivisione per scoprire la veridicità delle informazioni”) né della decisione, come non lo era nessun altro funzionario del DSS.