POLITICA
La SUPSI dà i numeri. Un centinaio i frontalieri, 31% gli studenti stranieri, 73% quelli che lavoreranno in Ticino
Il maggior numero di stranieri (il 14%) si registra nel settore accademico, perchè spesso, spiega il Governo, non vi sono profili residenti adeguati (ma c'è la preferenza indigena). Altissime per contro le percentuali di residenti in altri settori

BELLINZONA – Massimiliano Robbiani, in modo un po’ polemico, dati i numeri degli studenti stranieri alla SUPSI, aveva chiesto se la scuola non stava diventando una sorta di preparazione per i frontalieri del domani. Il Consiglio di Stato nella replica alla sua interrogazione dice di no, fornendo parecchie cifre.

Aumentano gli stranieri che lavorano per la SUPSI, ma viene spiegato che “nell’ambito della Ricerca una maggioranza delle posizioni occupate dal personale accademico richiede dei profili con delle competenze molto specializzate; per alcune posizioni concorrono soltanto candidati non residenti. (..). In relazione alla docenza, il bacino di candidati di cui il Ticino dispone può risultare molto limitato per soddisfare tutti gli ambiti di insegnamento ricoperti dalla SUPSI”. Il 14% del personale accademico infatti non risiede in Svizzera. Come precisa il Consiglio di Stato, comunque, i ruoli sono a concorso e viene applicata la preferenza indigena, per cui ove vi sono candidati residenti, vengono assunti.

Per contro, il personale tecnico-amministrativo fa registrare una percentuale altissima (97%) di residenti, mentre sono addirittura il 100% nel settore del personale dirigenziale. In totale, nel 2018 su 919 impiegati, 109 risultavano residenti all’estero, con 98 sono frontalieri, e 11 svizzeri.
Nel corpo studenti invece il 31% sono stranieri, pur se “svantaggiati” dalle condizioni, poiché per un ticinese l’iscrizione semestrale costa 800 franchi e per chi viene da fuori esattamente il doppio. Il 90% degli stranieri viene dal Nord Italia, mentre si nota un bacino molto eterogeneo se si prendono in considerazione solo le facoltà artistiche, che fanno registrare il numero più alto di non residenti. 

Quanti, però, dei laureati in casa SUPSI poi lavoreranno in Ticino, residenti e non? Una percentuale alta, il 73%, anche se in calo rispetto all’81% del 2013. Il 15% sarebbe attivo professionalmente in Svizzera tedesca e romanda, mentre il restante 12% lavora all’estero.

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