POLITICA
Il Consiglio Federale conferma: niente armi all'Ucraina
Il Governo si basa sulla legge federale sul materiale bellico e sui valori e sulla lunga tradizione svizzera come paese neutrale. Ma, sottolinea, "neutralità non significa indifferenza", motivo per cui sono state riprese le sanzioni contro la Russia

BERNA - Il 10 marzo 2023 il Consiglio federale ha discusso la riesportazione di materiale bellico di produzione elvetica da parte di Paesi terzi e ha stabilito di continuare con la prassi attuale, che si basa sulla legge federale sul materiale bellico e sulla lunga tradizione in campo umanitario della Svizzera in quanto Stato neutrale. Il Consiglio federale sostiene i valori della neutralità svizzera e continuerà a impegnarsi per garantire che questi principi siano applicati il più possibile.

Il Consiglio federale ha preso atto che in Parlamento si è discusso sulla riesportazione da parte di Paesi terzi di materiale bellico di produzione svizzera e riconferma la sua posizione non favorevole alla riesportazione del materiale bellico fondandosi da un lato sulla legge federale sul materiale bellico (LMB) e, dall'altro, sui suoi valori, sulla sua lunga tradizione di Stato neutrale e attivo in ambito umanitario, sul suo impegno a favore dei diritti umani e delle Convenzioni di Ginevra e, non da ultimo, sulla sua pratica internazionale in materia di mediazione per la pace.

Neutralità non significa indifferenza nei confronti dell'aggressione russa in Ucraina: difatti, in più occasioni la Svizzera ha condannato con fermezza l'aggressione chiedendo inoltre la cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe russe dall'intero territorio ucraino. Il nostro Paese riprende inoltre le sanzioni dell'Unione europea.

Il Consiglio federale continua a seguire il dibattito parlamentare e si pronuncerà nuovamente sul tema, se necessario, nel quadro del suo parere sulle iniziative parlamentari.

Sulla base dell'articolo 22a capoverso 2 lettera a LMB, il Consiglio federale e l'Amministrazione hanno respinto le richieste giunte negli ultimi 12 mesi da Germania, Danimarca e Spagna per il trasferimento di materiale bellico di provenienza elvetica all'Ucraina. Il Consiglio federale ricorda che nel quadro della revisione della LMB aveva espresso la volontà di mantenere il margine di manovra dell'articolo 22b, articolo abrogato dalla revisione, e che la sua posizione rimane la medesima.

Dall'annessione russa della Crimea nel 2014 la Svizzera ha applicato il diritto di neutralità, parte del diritto internazionale consuetudinario, alle relazioni con la Russia e l'Ucraina. Questo approccio è rimasto invariato anche in seguito all'aggressione militare russa. In virtù dell'articolo 7 in combinato disposto con l'articolo 9 della quinta Convenzione dell'Aia del 1907, nelle esportazioni di armi va rispettato il principio della parità di trattamento.

Oltre al diritto internazionale, occorre tenere conto anche del diritto svizzero in materia di controllo delle esportazioni. Secondo l'articolo 22a capoverso 2 lettera a LMB, le richieste di esportazione di materiale bellico non sono autorizzate se il Paese destinatario è implicato in un conflitto armato interno o internazionale, come nel caso di Russia e Ucraina.

Come stabilito dall'articolo 2a dell'Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina, dal 23 novembre 2022 è inoltre in vigore un embargo generale sugli armamenti nei confronti di Russia e Ucraina.

Il Consiglio federale ha tuttavia dichiarato che rimane possibile fornire materiale bellico ad aziende europee produttrici di armi; si tratta infatti di una tipologia di esportazioni compatibile con il diritto di neutralità.

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