POLITICA
Comunisti all’attacco: "Tutti paghiamo il canone, ma il pluralismo politico manca..."
ll PC: "Totalmente sbagliato quello che dice Ceschi. L'ultimo invito risale a undici mesi fa"
TIPRESS

BELLINZONA – “Stando a un monitoraggio sulle presenze politiche nelle trasmissioni di RSI e TeleTicino condotto da Avanti con Ticino&Lavoro fra il 1° settembre e il 31 dicembre 2024 evidenzia come l'accesso ai media del servizio pubblico (cioè pagati dal canone) dei partiti nell'arco degli ultimi quattro mesi sia profondamente iniquo. Il Partito Comunista alla RSI è, ad esempio, praticamente ignorato: eravamo in onda di più quando eravamo extraparlamentari... L’ultima volta che il Partito Comunista è stato invitato alla RSI risale ...a 11 mesi fa! Un anno in cui si è negato a un partito rappresentato in parlamento di esprimersi sul servizio pubblico: gli elettori che votano PC non sono forse cittadini con uguali diritti rispetto agli altri ...pagatori del canone?”. Inizia così il comunicato stampa firmato dal Partito Comunista in merito allo studio condotto da Amalia Mirante.

“Il responsabile del Dipartimento informazione della RSI Reto Ceschi spiega che i partiti “minori” non vengono invitati spesso a Comano perché non avrebbero preso posizione in occasione delle votazioni degli ultimi 4 mesi. È totalmente sbagliato! Il 22 settembre si è votato sulla Biodiversità: l’unico partito di sinistra a opporvisi è stato il PC e lo abbiamo comunicato sia in una conferenza stampa unitaria con gli altri contrari sia con nostre uscite. Eppure non siamo stati invitati ad alcun dibattito. Non è forse giornalisticamente interessante avere un’opinione di sinistra diversa dall’immagine classica della sinistra che si vuole trasmettere in TV? Sempre il 22 settembre si è votato sulla riforma della LPP: la RSI non ha trasmesso la posizione del Partito Comunista. Il 24 novembre, poi, si è votato su EFAS e sul diritto di locazione: il Partito Comunista ovviamente ha preso posizione anche in questi casi, ma la RSI non ha ritenuto di doverlo riferire e men che meno invitare da qualche parte. Per non parlare poi di altri momenti in cui si parla addirittura delle proposte del Partito Comunista, ma ci si dimentica bellamente di citarlo, ad esempio sul tema dei trasporti pubblici gratuiti o - clamoroso - sulla sovranità alimentare”, continua la nota.

 Per il PC, “non si può più negare il ruolo che i media hanno nell'indurre le cittadinanza a pensare in un certo modo, ad esempio ripetendo in continuazione notizie usando determinati toni e aggettivi ma anche offrendo una costante e a volta nemmeno giustificata mediatizzazione solamente ad alcuni partiti o - peggio ancora - solamente ad alcuni politici. Il pluralismo del nostro sistema democratico dipende anche dal controllo sui media e va quindi urgentemente analizzato: il 24 gennaio 2022 i deputati Lea Ferrari e Massiimliano Ay hanno depositato una mozione con cui si chiede al Cantone di effettuare con scadenza annuale un monitoraggio televisivo, radiofonico e delle testate giornalistiche cartacee e online, contenente la rappresentazione mediatica quantificata e comparata di tutti partiti politici durante l’arco di un anno, distinguendo periodi elettorali e non elettorali, per trasmissioni d’informazione e di approfondimento di trasmittenti e testate pubbliche e private. Potranno essere evidenziati anche altri aspetti legati allo spazio dedicato a cariche istituzionali e l’equa rappresentazione di donne e uomini”.

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