POLITICA
Anche il PLR cannoneggia l'arrocco leghista: "Grave mancanza di rispetto istituzionale"
"Indipendentemente dalla decisione che prenderà il Governo, il clima in Consiglio di Stato rischia di deteriorarsi, con conseguenze prevedibilmente negative per il Paese in un momento già politicamente delicato"
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Il PLR ha preso ufficialmente posizione sull'arrocco dei dipartimenti chiesto dai ministri leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali. Il comunicato stampa diramato nel pomeriggio di oggi dal partito di Alessandro Speziali, che porta anche la firma del capogruppo Matteo Quadranti, è un cannoneggiamento contro la proposta leghista che lascia poco spazio alle interpretazioni. Ecco il testo integrale qui di seguito.

La richiesta dei due Consiglieri di Stato della Lega dei Ticinesi di scambiarsi i dipartimenti – con Norman Gobbi che passerebbe dalle Istituzioni al Territorio, mentre Claudio Zali dal Territorio alle Istituzioni – sta facendo molto discutere. L’operazione, che richiede l’approvazione del Consiglio di Stato, ha suscitato diverse reazioni più che comprensibili. Di seguito, vi trasmettiamo la posizione del PLR riassunta in cinque punti.

1. Grave mancanza di rispetto istituzionale
Il PLR stigmatizza le modalità della proposta di arrocco, annunciata sul “Mattino della domenica”. E, in particolare, la comunicazione all’apertura dell’anno giudiziario è stata istituzionalmente impertinente, irrispettosa, contraria al principio di collegialità, oltre che una banalizzazione delle istituzioni, giustizia e Consiglio di Stato in primis. Si tratta di una violazione delle prerogative e dei canali istituzionali del Governo, che ha generato confusione, disappunto e critiche a livello politico e nella cittadinanza.
Che la decisione del Consiglio di Stato sia per il bene del Governo e del Paese.

2. Chiediamo il rispetto delle procedure
Il PLR ritiene che richieste di questo tipo debbano seguire regole istituzionali chiare e non arbitrarie o improvvisate, rispettando in primis il ruolo del Governo. Bene ha quindi fatto il Governo stesso a richiamare questi principi. È altresì importante che le decisioni del Governo siano prese nel massimo rispetto procedurale e con una larga condivisione del Consiglio di Stato – per garantire collegialità, operatività e credibilità.

3. Difficoltà nella gestione dei Dipartimenti
Il PLR conferma la preoccupazione che avvicendare la direzione dei dipartimenti a metà legislatura possa essere problematico per la continuità e l’efficacia delle politiche pubbliche. D’altra parte, ribadiamo le critiche che muoviamo da tempo ai due dipartimenti:
– al DI per l’immobilismo nel settore della giustizia e dell’autonomia dei Comuni (v. Ticino 2020)
– al DT per aver adottato negli anni un approccio rigido, bloccando diversi progetti di sviluppo.
Arrocco o non arrocco, insomma, occorre un cambio di passo deciso e immediato.

4. Preoccupazione per la credibilità delle istituzioni
Per il PLR la richiesta di arrocco, con gli errori di metodo e comunicativi elencati, rischia di indebolire la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini, che si aspettano stabilità e serietà nella gestione pubblica. Ora occorre evitare di ipotecare negativamente il resto della legislatura. I due Consiglieri di Stato leghisti sono venuti meno al loro ruolo istituzionale – motivo per cui si sono anche formalmente scusati. Indipendentemente dalla decisione che prenderà il Governo, il clima in Consiglio di Stato rischia di deteriorarsi, con conseguenze prevedibilmente negative per il Paese in un momento già politicamente delicato. È responsabilità del Governo e dei Partiti impegnarsi a condurre a termine la legislatura rispettando a fondo il proprio mandato e impegno, anche in termini di efficacia d’azione.

5. Critica all’iniziativa partitica
Il PLR stigmatizza il fatto che la proposta di arrocco non sia frutto di una decisione condivisa, ponderata e comunicata dall’intero Governo, come sarebbe opportuno su questioni di interesse pubblico. Il PLR ribadisce con forza che eventuali cambiamenti di Dipartimento devono essere motivati unicamente dall’interesse pubblico e assolutamente non per ragioni di partito. Per il bene del Paese.

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