Dura presa di posizione del sindaco dopo la polemica del municipale socialista con Valenzano Rossi. La difesa di Zanini Barzaghi
LUGANO - Michele Foletti si schiera con Karin Valenzano Rossi e fa una (nuova) lavata di capo a Raoul Ghisletta. Il sindaco di Lugano, intervistato dal Corriere del Ticino, si esprime senza peli sulla lingua a proposito della nuova polemica che ha investito il municipio di Lugano. Al centro della disputa gli episodi di violenza giovanile e di degrado post movida che si verificano regolarmente nel centro cittadino, in particolare nella zona della pensilina Botta e del Quartiere Maghetti.
A dare fuoco alle polveri era stato Ghisletta, con un post su Facebook, in cui si diceva "molto preoccupato" della situazione, sottolineando l'assenza di prevenzione e di controllo da parte delle autorità. Lo scritto del municipale socialista ha fatto subito saltare la mosca al naso a Valenzano Rossi, responsabile della sicurezza. Pepata la replica della municipale PLR a Liberatv: "Mi spiace vedere inutilmente buttare benzina sul fuoco su un tema sociale così delicato e preoccupante, che merita invece rispetto e un approccio serio, approfondito, multidisciplinare e non certo un’ondata di polemica fomentata anche da un collega di Municipio, alla ricerca di qualche like sui social".
E stamane, come detto, dalle colonne del CdT sono arrivare altre dichiarazioni piccanti, quelle di Michele Foletti: "Sto iniziando a perdere la pazienza. Se qualcuno vuole fare il municipale, lo deve fare nell’interesse della città e dei cittadini e non per ingraziarsi i suoi elettori. Tempo fa avevo detto che Ghisletta non era adatto al ruolo; in questi mesi non mi ha dato motivi per ricredermi. Polemiche di questo genere non aiutano a rasserenare il clima in Municipio".
A difesa di Ghisletta si registrano le dichiarazioni, rese sempre al Corriere del Ticino, da parte dell'ex municipale PS Cristina Zanini Baraghi: "Non mi sembra che sia l’unico che si smarchi e che con le sue posizioni esca fuori dal coro. Ghisletta si trova nella stessa delicata posizione in cui ero io: è frustrante se le colleghe e colleghi non ascoltano e non sono disponibili a cercare dei compromessi. Le critiche che gli vengono mosse dovrebbero dunque valere per tutti".