POLITICA
I funzionari di Polizia di Lugano: "Riflessioni sulla sicurezza". Con stoccata a Ghisletta
"L’esprimersi pubblicamente sostenuti solo da affermazioni sommarie o emotive, altro non fa che incutere ancor più timore nelle persone"
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Riceviamo e pubblichiamo dalla Federazione Svizzera Funzionari di Polizia – sezione di Lugano

 

L’essere umano è per natura istintivo: reagisce impulsivamente agli eventi. Solo in un secondo momento subentra la ragione che consente un’analisi lucida e ponderata dei fatti. È proprio questo equilibrio tra istinto e razionalità – che molti non hanno – che dovrebbe permettere di fare delle riflessioni a mente fredda ed evitare che l’impulsività del momento sfoci di fatto in sentenze a priori senza elementi e cognizioni di causa. Nel recente passato, a titolo di esempio, possiamo citare la pandemia dove anche in quell’occasione in molti si sono improvvisati esperti di medicina dispensando consigli anche ai medici stessi.

Da questa premessa vuol nascere una riflessione su alcuni temi legati alla sicurezza nella città di Lugano che, negli ultimi tempi, vengono sollevati e strumentalizzati in maniera poco costruttiva da privati cittadini (pochi) oppure da esponenti politici in cerca di visibilità mediatica (Raoul Ghisletta, ndr). L’esprimersi pubblicamente sostenuti solo da affermazioni sommarie o emotive, altro non fa che incutere ancor più timore nelle persone e danneggia l’immagine di un’istituzione che quotidianamente opera a favore e nell’interesse della comunità.

Sebbene i dati a livello statistico indichino Lugano come una delle città più sicure della Svizzera, oggi la percezione soggettiva si discosta dalla realtà oggettiva. Lugano è un importante polo attrattivo per i giovani e oggi – così come altre città – è confrontata con un problema di ordine pubblico per la quale servono adeguate prese a carico e soluzioni concrete, messe in atto da specialisti e non da improvvisati esperti di sicurezza. Limitarsi ad invocare a mezzo stampa presidi, peraltro già in essere da diversi mesi, è troppo semplice e riduttivo, dar la colpa alla sola Polizia altrettanto. La prova la si trova nella sera del 1° agosto dove vi era un importante dispiegamento di forze concentrato nel centro cittadino ma, nonostante la presenza visibile, appiedata e motorizzata ed un presidio che ha permesso alle forze dell’ordine di essere sul posto in meno di un minuto, il “fattaccio” è comunque accaduto.

La Polizia cittadina, così come strutturata al giorno d’oggi, rappresenta un presidio fondamentale per il territorio, assicurando una presenza capillare e costante di uomini sul terreno e soprattutto è pronta a discutere seriamente dei problemi della città. Proposte innovative o scambi di opinioni da parte di rappresentanti politici o di privati cittadini, sono quindi accolte con estrema attenzione a condizione però che queste non siano un pretesto per apparire sui media soltanto con l’obiettivo di trarne una maggiore visibilità a livello personale e/o a scopo elettorale o peggio ancora fomentare ancor di più la paura nelle persone.

Il problema a nostro avviso, e come da più parti invocato, dovrebbe invece essere analizzato in maniera più ampia e seria, coinvolgendo tutti gli attori interessati (comunali e cantonali) proprio perché il tema è molto più complesso di quello che appare a prima vista e non è risolvibile dalla sola polizia cittadina con la sua presenza sul territorio; questo contribuirà sicuramente ad aumentare la percezione di sicurezza soggettiva ma certo non risolverà il problema della violenza giovanile che invece ha radici più profonde.

Solo con meno proclami e con una presa a carico coscienziosa i cittadini luganesi potranno godersi la loro città, sia di giorno che di notte, in sicurezza e tranquillità.

 

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