"Governare non significa imporre, ma ascoltare e costruire insieme. Chi non lo capisce, mette a rischio la stessa essenza della collegialità"
di Tessa Prati e Filippo Zanetti *
A Lugano esiste una parte, sicuramente minoritaria, ma reale e viva, della popolazione che ha scelto di essere rappresentata in Municipio da una voce di sinistra: quella di Raoul Ghisletta. Una scelta democratica e legittima, che però sembra non essere né accettata né compresa da alcuni colleghi dell’esecutivo.
La Sinistra, con senso di responsabilità, ha scelto di non collocarsi all’opposizione, ma di assumersi il compito di forza di governo, partecipando pienamente alla gestione della città. Eppure, ogni volta che solleva un problema, evidenzia una criticità o propone un punto di vista diverso, la risposta è spesso la stessa: ignorare o mettere a tacere.
Questa prassi, radicata ormai da anni nella gestione politica di Lugano, non solo impoverisce il dibattito, ma soffoca deliberatamente la pluralità di voci. È un metodo che esclude invece di includere, come se l’unica opinione valida fosse quella della maggioranza. Invece che attaccare Ghisletta sarebbe forse utile prendere maggiormente in considerazione sia il suo modo di lavorare, sia i contenuti e le critiche espresse, anche quando non coincidono con quelle dominanti. Governare non significa imporre, ma ascoltare e costruire insieme. Chi non lo capisce, mette a rischio la stessa essenza della collegialità.
* copresidenti Ps Lugano