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11.02.2017 - 17:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Che fine ha fatto Lega Sud? Danti, «tornerò con un nuovo movimento. Ho visto la faccia cattiva della politica»

Amici e parenti di Luciano Milan Danti hanno ricevuto lettere anonime sul suo conto. Della sua esperienza in politica dice che «non mi pento, però per ora affronterò temi più quotidiani rispetto a quelli identitari»

RONCO SOPRA ASCONA - Una lettera anonima non è mai un bel modo di essere attaccati. Ne hanno ricevute nei giorni scorsi parenti e amici di Luciano Milan Danti, attualmente consigliere comunale a Ronco Sopra Ascona per Ronco Giovani. Ma che fine ha fatto il progetto Lega Sud, che tanto aveva fatto discutere? Approfittando della vicenda della lettera, per cui Danti ha sporto denuncia, lo abbiamo contattato per capire cosa ne è stato del movimento e quali sono i piani futuri.Cosa è successo? Ci racconti la storia delle lettere...«Martedì mattina sono arrivate delle lettere ad amici, familiari e soprattutto parenti stretti che riguardavano mie presunte lauree comprate, una cauzione di 18mila franchi, che se non avessi pagato sarei finito in prigione, delle falsificazioni di testi e libri che avrei fatto. In tutto una decina di pagine di bufale ben fatte e ben impaginate, con tanto di foto e mirata a un pubblico anziano che non potrebbe crederci. Precisiamo, tutto falso! Qui a Ronco col mio movimento ci facciamo sentire, con iniziative e mozioni e questo dà fastidio e ha smosso le acque. Oltre questo, si sta aggregando gente scontenta attorno a noi, e questo ci renderà forti alle prossime comunali, dove sono certo che otterremo un Municipale senza difficoltà». Lei è sempre stato un personaggio discusso, non crede che anche il passato con Lega Sud abbia influito?«Al 90% ritengo sia qualcosa legato a Ronco. Lega Sud ha fatto ormai il suo tempo, e molto spesso viene usata la confusione con quanto pubblicato, al limite della bufala, un anno e mezzo fa, per dire di tutto, utilizzando un repertorio già esistente. A quel tempo era diverso, avevo contro tutto il Ticino di fatto, e il gioco è facile». Parla di un Cantone contro, si è spiegato come mai?«Il mio intento non era essere arrogante. Ho delle idee ben chiare per cui lotterò sempre senza piegarmi a nessuno, e la mia verità assoluta, ovvero che il ticinese è lombardo, suona strano a molti». Quale sarà il futuro di Lega Sud? Luciano Milan Danti tornerà alla politica cantonale?«Per le prossime cantonali penso a un movimento simile a Ronco Giovani, ovvero più neutro, senza toccare temi identitari, ma piccole ingiustizie della quotidianità, argomenti più aggregativi. La questione identitaria la porterò avanti come associazione culturale, sono diventato vice coordinatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE). Il momento è difficile, è dura avere un risultato politico con l'identità. A che temi penso? Il rapporto col frontalierato, unire le persone residenti e italiane come lavoratori, e non come gente che crea odio sociale. Gli argomenti di Lega Sud rischiano di portare ancor più scompiglio, quando invece si potrebbe collaborare e andare a reclamare alla fonte del problema e non sul risultato di esso. Lega Sud è l'inizio di qualcosa, non un punto di arrivo. Quando sarà il momento giusto di partire con questi temi spiccatamente identitari lo farò».Cosa le è rimasto dell'esperienza col suo partito?«È stata una grandissima esperienza. Al di là del misurarmi, ho imparato a vedere i giochetti politici cattivi che possono essere fatti in Ticino, la terra bruciata che ti possono fare attorno. Si tratta di persone che non lo ammetteranno mai e ti fanno anche i sorrisini, penso al Rivellino di Locarno: per loro facevo conferenze culturali, dopo la nascita di Lega Sud mi sono state chiuse le porte. Poi ho visto il coraggio di grandi persone, che nonostante tutto e nonostante la tempesta scoppiata sono rimaste al mio fianco. Al contrario, ho visto gente sparire dall'oggi al domani perché all'improvviso ero diventato scomodo. Ho conosciuto soprattutto la faccia cattiva della politica. Il pericolo di Lega Sud, alle cantonali era quello di poter agevolare i liberali, causando la caduta di Gobbi: bastava avere l'1-2%....» Dal suo racconto emerge una politica davvero spietata. È per quello che c'è poco ricambio nelle persone ai vertici?«Coloro che sono al potere sanno benissimo come si conserva, e lo cedono solo a chi può dare loro dei benefici. O un giovane si sottomette al modo di essere o non va da nessuna parte. Io sono un ribelle, penso con la mia testa, dunque ho poche chance, e sono partito fortemente svantaggiato da un tema difficile come quello identitario che il Ticino non vedeva da ottant'anni. Avevo tutto a sfavore ma lo sapevo e non mi pento, mi sento uomo fino in fondo».
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