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01.08.2017 - 11:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Successione a Burkhalter, Ignazio Cassis è candidato unico: "Voglio portare a Palazzo la voce del Ticino e difendere l'italianità. Con coerenza, passione, amore per il mio paese e per la libertà"

Il Comitato cantonale del PLR approva la strategia del presidente Bixio Caprara e dell'Ufficio presidenziale. Laura Sadis e Christian Vitta hanno riconosciuto che il capogruppo alle Camere federali è l'uomo giusto per questa sfida

BREGGIA – Il consigliere nazionale Ignazio Cassis ha indicato questa mattina di fronte al comitato cantonale in corso al centro Lattecaldo le tre ragioni principali che lo hanno indotto a candidarsi per la successione a Didier Burkhalter in Consiglio federale. Ecco il suo intervento, al termine del quale il Comitato ha approvato la strategia di Bixio Caprara e dell'Ufficio presidenziale: Cassis sarà candidato unico. Laura Sadis e Christian Vitta hanno riconosciuto che il capogruppo PLR alle Camere federali è l'uomo giusto per questa sfida.

di Ignazio Cassis

“1. La coerenza.

L’esperienza vissuta in 10 anni di Parlamento mi ha convinto che il nostro Governo federale debba rappresentare le tre maggiori aree linguistiche e culturali della Svizzera. Soltanto così può dirsi svizzero. Non è una questione cantonale, ma una questione culturale nel senso lato del termine. La Svizzera si è costruita nei secoli la sua identità aggregando tre aree appartenenti - storicamente - alle tre regioni culturali che ci circondano: quella tedesca, quella francese e quella italiana. Al suo interno possiede poi un’area tutta sua, la più svizzera tra quelle svizzere, perché esiste solo qui: quella romancia! Per anni ho lottato con coerenza a favore dell’italianità quale elemento costituente della Svizzera. Con la Deputazione ticinese alle Camere federali, abbiamo per esempio creato l’intergruppo parlamentare ITALIANITA’ - che tutt’oggi presiedo con la collega grigionese Silva Semadeni – per sensibilizzare il Parlamento.

Abbiamo poi colto ogni occasione per ottenere “più italiano” nell’Amministrazione federale, dalla lingua per gli appalti pubblici alla Delegata al Plurilinguismo. Non è Svizzera - una Svizzera che esclude l’italianità!

2. La passione.

Sono arrivato tardi alla politica. Prima di avere 40 anni ero interamente assorbito dalla mia professione di medico. Ma la passione per la cosa pubblica l’ho sempre avuta, occupandomi per molti anni di politica professionale. Oltre due anni nell’esercito mi hanno fatto scoprire il senso della coesione nazionale. Sono curioso, mi piace capire che cosa pensano le persone, scoprire che cosa ci unisce e che cosa ci divide. Amo il mio Paese, amo scoprirne i meccanismi di funzionamento e farmi carico delle sfide della nostra collettività. Ho piacere nel far dialogare le persone, nel cercare compromessi, ma anche nel decidere, quando è necessario. La politica è per me cuore - oltre che testa e azione!

3. La libertà.

Ho scoperto che la libertà è la condizione di vita più importante, la base dello sviluppo del pensiero e di ogni attività umana, dalle lettere alla scienza, dall’industria ai diritti umani. La libertà, conquistata col sangue nei secoli, appare oggi scontata. Ma non lo è. Anche in Svizzera c’è il costante pericolo di restringerla con sempre più leggi e regole, spesso volute per fronteggiare una carente responsabilità di individui, economia e Stato.

La libertà è il più prezioso valore dell’umanità, ma non può essere mantenuta senza essere avvolta in un’etica della responsabilità. E per essa, come liberale radicale, mi voglio impegnare. In caso di candidatura consegnerò oggi al Vicepresidente Beat Walti il timone del Gruppo parlamentare PLR alle Camere federali. Mi concentrerò interamente su quest’obiettivo, riducendo il mio carico professionale e lasciando in mano ai vicepresidenti la conduzione delle organizzazioni che presiedo.

Ringrazio sin d’ora tutti i vicepresidenti per avermi confermato la loro disponibilità a sostituirmi. In caso di elezione in CF tutte le attività precedenti saranno concluse, come prevede l’art. 144 cpv. 2 della Costituzione. I Consiglieri federali si dedicano interamente alla loro funzione, nell’interesse di tutti gli abitanti della Svizzera.

Che cosa può portare alla Svizzera un Ticinese in Consiglio federale? Una mentalità diversa e complementare, di chi conosce però bene anche il resto della Svizzera: ho vissuto 7 anni a Zurigo e 3 a Losanna. Una specifica sensibilità per migliorare i rapporti con l’Italia quale importante partner commerciale, scientifico e culturale.

Penso al contenzioso fiscale, ai flussi migratori, al mercato del lavoro con frontalieri e padroncini. Tante tensioni che possono essere affrontate e appianate, nell’interesse di tutta la Svizzera. Ma un Consigliere federale di lingua e cultura italiana crea anche un legame sociale e psicologico con i cittadini italofoni, avvicinandoli alla Svizzera e alle sue istituzioni. E che cosa può portare al Canton Ticino un Consigliere federale ticinese? Un occhio di riguardo alla propria terra, ai suoi progetti, alle sue particolarità di regione di frontiera, alle sue aspirazioni.

Il Ticino affronta oggi grandi sfide. Come cambierà Alptransit il nostro Cantone? Come sfruttare la nostra posizione per offrire vantaggi competitivi internazionali all’industria della moda, a quella farmaceutica, al turismo e alla piazza finanziaria? Come risolvere le sfide della mobilità? Come sfruttare il secondo traforo stradale del Gottardo per migliorare il fondovalle di Airolo e dell’Alto Vedeggio? Come sviluppare ricerca e formazione universitaria agganciandoci ai poli svizzeri di fama mondiale come i Politecnici federali? Certamente, Governo e Parlamento ticinesi restano i principali responsabili di queste sfide, ma un Ticinese in Consiglio federale faciliterebbe il dialogo tra Governo cantonale e Governo federale, con vantaggi per entrambi.

Caro Presidente, stimati membri del Comitato Cantonale: io sono a vostra disposizione! Amo la Svizzera, desidero servirla e sarei felice di affrontare le sfide del presente e preparare insieme con voi il nostro futuro. Se lo volete, io ci sono!”.
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